Nella casa di vetro

giovedì, giugno 22, 2006

Obsolete


Descent -Obsolete-

Falling victim from neglect
Designed thoughts and intellect
Forgotten and displaced
The crux of my dismay
I feel nothing
I am nothing
I feel nothing
Nothing
How deep I descend?
Until I reach my end?
How deep I descend?
Deeper into this abyss
Weighted down and sinking fast
Life did not offer me
More than false destiny
I feel nothing
I am nothing
I feel nothing
Nothing
How deep I descend?
Until I Reach my end?
How deep I descend?
I am nothing
I feel nothing
I am nothing
I feel nothing
Nothing
Nothing...
How deep I descend?
Until I reach my end?
How deep I descend?

...ma quado comincerò a produrre qualcosa di mio? qualcosa nella mia mente dice che produrre in verità significa parlare di quello che si ha in mente in un determinato momento, forzare la produzione significherebbe essere sterili e privi di vera intenzione in quello che si tratta. Sono importanti le sensazioni-emozioni? ...noi persone ne viviamo, l'arte se ne nutre e per questo ci chiama, qualcuno ne approfitta, questo fa si che noi dovremmo controllarle?, la logica non mente eppure è meglio chiedersi per cosa siamo stati fatti? o meglio cosa dovremmo ricercare, cose dovrebbe avere valore per un essere senziente?
Vivere nelle proprie emozioni significa condurre una vita che probabilmente andrà in rovina ma io non provo piacere* dalla logica; da quello che può derivarne ma questo vanifica il consueto scontro fa intelletto e anima, la logica ambisce a trovare risposte quanto più giuste e per questo non può ignorare le fattezze umane. *Gli umani cercano piacere, non bisogna inorridire al sentore di questa parola, c'è sempre un motivo per cui noi avvertiamo un pensiero inconscio (che può farci rifuggire da certi ragionamenti con pregiudizio in questo caso, o in altri casi può richiamare altri stati emotivi comunque dipendenti in maggior parte dal proprio essere oggettivi, tutt'al più si può ipotizzare dalla consuetudine una sensazione soggettiva, come sto facendo io ora ma dopotutto anche la consuetudine è oggettiva), per questa parola io la vedo così, il piacere nella nostra società odierna spesso significa sofferenza per altre cose o per altri e comunque ha un valore distorto (quello che spinge molti giovani a non conformarsi, non hanno torto ma una battaglia simile logora i loro animi,li deprime ,li mortifica, sarà sempre instillato in essi il corretto valore che trasgredire è sbagliato, più lo scontro che li induce a volte a compiere azioni sbagliate che li fà ulteriormente soffrire perchè seguaci della giustizia scindono, quello che non fanno politici, genitori, ecclesiastici che accusano e colpevolizzano senza avere la stessa pressione sulla coscienza). L'esperienza insegna a non fare come in molte religioni, cioè a mistificare un certo tipo di comportamento condannandone altri con la punizione "divina"... perchè questo non può che creare ulteriori dubbi (cattive interpretazioni, inutilizzo della propria razionalità, fini non congrui), ma ad essere più sinceri possibile a forzarsi di essere esemplificativi (è giusto, per quanto non sempre tutti siano disposti ad ascoltarti quelli che tentano di farlo dovrebbero essere aggevolati, qui nasce il dubbio se formulare frasi poco comprensibili stimoli l'intelletto altrui, a questo rispondo che se lo fà rischiando comunque di allontanare l'ascoltatore altrettanto può fare un concetto espresso in maniera trasparente visto che fuori dai dubbi si può ragionare sopra questo e da anche maggior possibilità di essere motivati al ragionamento -per questo mi scuso per il mio italiano-). Mi dispiace anche mortificare il mio bell' (auto)ironismo ma anche questo a volte potrebbe ledere alla corretta comprensione di un concetto o unione di un pensiero, non si può sapere con certezza come la può prendere un individuo che ci è di fronte che è anche influenzato dall'interlocutore (magari ne è attratto allora prende per oro tutto quello che dice, anche le sciocchezze, o magari è incerto della propria/altra posizione e prende negativamente il messaggio), tanto peggio quando è derisione, alla faccia di chi dice che non è importante il motivo ma l'atto (e qui ne avrei da dire).
Avete assistito ad uno dei miei deliri (soliti?!? non più di tanto), il pubblico sono io anche se in verità mi muove quella pur piccola probabilità (giusto sarebbe muovere il proprio intelletto perchè lo si vuole, atto genuino, spontaneo) che ho creato che qualcuno mi legga, di non troppo lontano, anche io amo il rischio??? AH!, no sono debole come tutti (cosa me lo fà credere che tutti siano come me poi non sono ancora arrivato a capirlo, forse il fatto che vorrei conoscera qualcuno come me per innamorarmene??? solita confusione fra volere e potere).
P.s. da essere orgoglioso che sono non posso l'asciarvi con il sentore che io sparli a vanvera senza ragione e per questo vi dico, sono stato produttivo? ho reso il concetto?? (ma ancora meglio, sarà solo una giustificazione del mio vaneggiare o un pensiero concluso prima di essere esteso??? la soluzione è: è il corso dei miei raggionamenti, come annotare in un taquino quello che ti viene in mente e aiutarsi nella conclusione leggendo quello che si è precedentemente scritto per via della dimenticanza! però ho la soddisfazione di non aver sforato di una virgola il mio pensiero con le mie azioni nel scriverlo, o almeno ne sono convinto contando la mia esigua intelligenza).

Se crescere significa perdere i propri valori,
mi affido a te
-potere irreale-
affinche io possa rimanere giovane e stolto.
Che mi guidi l'inconsapevolezza,
che io sia quello che l'intenzione mi dice di essere.
Vita senza congetture e parafrasi.

...la poesia, capacità di sintesi-simbolismo, non ne sono capace non trovate?
forse perciò dico che non mi piace, il mio orgoglio è troppo importante per ammettere che sono troppo pigro ed ho troppa paura per cercare i significati nascosti nei versi, e quindi faccio finta che per me non abbia importanza, non ammiro, anzi la denigro!

E' giusto che io abbia il coraggio di propormi? come penso sia giusto che qualcuno abbia il coraggio di chiedermi (più realmente la voglia, ma devo pur illudermi di qualcosa) forse dovrei farlo, rischio ma soddisferei il mio essere. Poi lo faccio :) . <--- uha uha uha, complice di se stesso!