Nella casa di vetro

martedì, ottobre 16, 2007

Specifica Filosofia sulla dissetartazione del metodo redatto riguardando razioni e verità in investigazioni scientifiche (lol)

Oh che divertimento scrivere a cazzo, è quasi rilassante, secondo me è perché uno compie un azione che già è in grado di fare propriamente e la ripete così da continuare a fare qualcosa che ci esce in modo rilassato e più o meno bene. È un modo per confermarsi tranquillamente ed il nostro cervello, quindi buona parte dei nostri muscoli senzienti (tranne eccezioni) si affeziona a questo modo sicché essa diventi solita.
Ma cosa succederebbe se tentassimo di ripetere le stesse nozioni in modo diverso? Riursciremo mai a ripeterle e magari migliorarle data la seconda attenzione?
Secondo me si, non può essere che un miglioramento il risultato o meglio qualcosa più vicina alle nostre aspettative e dato che la perfezione non esiste possiamo anche stupirci. Anche le nostre cognizioni subiranno un "miglioramento", contando comunque che la loro funzione è relativa alla realtà, ma una realtà che generalmente tende a ripetersi.
C'è comunque un limite alla ripetizione, cioè quando questa scade nell'improduttività, immobilità; quando è talmente concentrata su se stessa da non potersi osservare da un altro punto di vista e non rassicurare le sue capacità, l'intelligenza di una pietra cafona di se stessa.
La diversità dunque sta anche nel modo con cui si prendono le cose, aldilà dei giudizi unanimi, oggettivi, collettivi. Non possiamo riconoscerle per quello che sono anche se spezzeranno la nostra monotonia prima o poi.
E con questo, mia somma gioia, ho finito la pagina dello scazzeggio autoesistenziale, oh!!!