Nella casa di vetro

sabato, aprile 05, 2014

Ispirazione


Penso che a volte inventare eventi a caso diventi più interessante che inserire davvero un nesso logico fra le cose che si scrive.
Tutte le cose descritte sembrano così strane, ed in effetti lo sono fintanto che si pensa che ci sia una connessione fra di loro.


Seguì quei fetidi meandri nella coltre oscura fin dentro le fenditure più tristi e raccapriccianti che un uomo avesse mai visto.
C'erano enormi creature che brillavano di luminescenza propria ma diafana, aspettavano immobili un povero malcapitato attratto dalla loro luce opaca per vomitargli attraverso.
Poi, le farfalle, non posso dimenticarle, grondavano di sangue mentre si evolvevano in voli contorti e sbilanciati, quasi sembrava volessero scomparire in aria, galleggiando.
Bieco, digrignavo i denti e mi guardavo intorno, tutto quello che c'era minacciava morte ma pure voleva continuare a vedermi vivo per gustarsi il mio tormento, quando alla fine malsano arrivai.
Il liscio monolite era davanti a me, spento, la sua rigida immobilità gli conferiva un aspetto quasi rassicurante in quel mare di vita ferale attraverso cui avevo viaggiato.
Mi accucciai ai suoi piedi ponendo le mie spalle sulla sua fredda parete ed abbracciando il mio stesso busto, chiusi gli occhi.
Sperai fortemente di ottenere quello che cercavo, mi concentrai per lunghi periodi, forse per ore, ma quando riapri gli occhi... orrore..."


TELETUBBYES!
TELE TABBIES
TELE TABBIS