Nella casa di vetro

domenica, dicembre 30, 2018

Condividere la propria solitudine con se stessi.

Quello a cui pensavo oggi, tendo ad estendere il mio stato emotivo a tutto quello che mi sta attorno anche se questo ne è evidentemente ignaro.
Certo è scoraggiante partire dal presupposto di non poter coinvolgere nessuno nel proprio universo, però è anche vero che agendo come se gli altri sappiano quello che accade potrebbe confonderli e fargli pensare cose ancora diverse dalle proprie motivazioni.
Questo è un post esplorativo. In che modo potrei soddisfare comunque il bisogno di condividere i miei stati d'animo senza farli gravare sulle persone che ho attorno?
Anche se ho sempre pensato che la condivisione sia l'unica speranza di avere una vita piena in qualche modo devo adattarmi anche io.
La prima cosa che mi viene in mente è farmi un amico immaginario, ovviamente non funzionerebbe perché consciamente non riuscirei a cadere in questa illusione.
Mi vien voglia di escludere l'idea di uno psicologo, ci ho già provato e non mi è piaciuto, è un rapporto lavorativo e non c'è un vero interesse reciproco, per questa ragione con me non può funzionare.
Fuggire nell'arte? tutte queste capacità mi mancano ma forse questo potrebbe funzionare, riuscirei a distrarmi abbastanza da spostare il soggetto dei miei pensieri in qualcosa di più raggiungibile.
Questa confusine che mi ottenebra il pensiero, quasi comincio a pensare che sia stata inscenata apposta per confondermi dai veri problemi.
Mah, vabé, aspetterò ancora, neanche questo è un momento favorevole, ho troppe cose che mi disturbano.