Nella casa di vetro

venerdì, aprile 13, 2018

Tripolare



Che razza di situazione è questa in cui mi ritrovo?

Sono spettatore delle decisioni esteriori che però riguardano a stretto contatto anche la mia vita e per di più spettatore anche del contrasto interiore causato da questa situazione e che vede in lotta la mia voglia di sopravvivere, l'anima, contro il senso di giustizia, la coscienza, che vuole farmi morire.

E malgrado la mia volontà di non essere partecipe a tutta questa disfatta, devo farmi carico di essere l'interprete e l'esecutore di quanto verrà deciso.
Sarò io a dover farmi scontare la pena e per farlo dovrò essere più insensibile di quanto l'emotività e la razionalità stessa vorrebbero.


È questo il più grosso danno che sto subendo e subirò.


Non tanto decidere che da qualche parte, in qualche luogo, potrà esserci qualche altra donna che potrò accogliere e che vorrà accogliermi pienamente.
Non tanto decidere che nessun altro amore potrà essere più importante del primo, perché in quanto tale debba essere totalizzante.Il grosso problema è che qualunque sia il cammino scelto io mi debba desensibilizzare per poterlo intraprendere.


E sono finito di nuovo in un altro limbo, gettato malamente da chi non ha voluto aiutarmi. Gli ho implorato pietà nella vana speranza che venire a conoscenza di qualche valida motivazione in grado di placare la mia ragione, anche non potendo fermare le emozioni, forse avrebbe evitato questo conflitto interiore. Avrei giocato una partita contro me stesso, sarei stato in grado di spalleggiare l'avversario, ma queste motivazioni mi sono state tristemente precluse.



A voi che non state vivendo nella mia pelle non interessa.

Come è ovvio che sia, quando per salvare qualcuno si è costretti a concedersi, allora i bisogni altrui passano in secondo piano, è fondamentale volersi risparmiare a tutti i costi, conservare se stessi per momenti migliori.


Io non voglio prendere una decisione, sono fermo perché non voglio barattare me stesso con l'apatia, questa condanna che mi viene inferta da anni di non poter esprimere i miei sentimenti spontaneamente ma di doverli rinchiudere dentro di me perché non idonei, mi sta distruggendo.


Io non posso muovermi, non posso nascondermi. Io sento un grido silenzioso nascere da dentro.


Che colpa ho se sono fatto così? Perché devo essere punito se tutto quello che desidero è poter amare ed esere amato senza condizioni?
Cosa devo diventare in nome della sopravvivenza? Io non lo voglio.


1 Comments:

At 13 aprile, 2018 13:45, Blogger Vinnie Scocciante said...

Ecco il significato di tutte quelle azioni che poniamo in atto per sopire il fermento, per non affrontare le avversità, per evitare il confronto. Quello che ci fa paura, quello che mi fa paura, è dover perdere parti di me durante la battaglia.

 

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