Nella casa di vetro

lunedì, febbraio 01, 2021

baby doctor

 


 

Flavio, sei ancora una volta solo con te stesso.
Un altra volta questo è il solo spazio che ti rimane per parlare liberamente, senza essere scacciato o biasimato, ma anche se qui puoi parlare, comunque non sei ascoltato. E anche questa condizione è meno peggio di non poter neanche parlare.

Voglio scrivede delle giustificazioni che non conosco per non so quali azioni andrò a fare, e dannatamente quando non sto scrivendo ho le idee piu chiare di quando scrivo.

La mia vita è stata un disastro, non sono stato abbastanza forte di farmi carico di tutti i problemi che ho avuto, le persone che mi erano vicine non mi hanno realmente aiutato  (ma questo è parte della cultura odierna, non posso lamentarmene) e io ho rifiutato l'assistenza di persone che non mi mostravano la loro benevolenza, questo perchè mi è già successo troppe volte di essere tradito.

Tu vuoi che io accetti il tuo aiuto, e oggettivamente riesco a dire a me stesso che questo aiuto potrebbe servirmi dato che riconosco la mia situazione di malessere esistere da diversi anni.
Ma allo stesso tempo sento che le tue motivazioni non sono così limpide.
Il mio malessere dipende in questo momento soprattutto da come quello che c'è stato fra noi sia andato distrutto e tu lo sai benissimo perché non solo te l'ho detto ma hai osservato come incassavo male quando litigavamo.
Adesso senti questo bisogno fortissimo di aiutarmi ma allo stesso tempo tutto il resto lo chiudi indissolubilmente facendo delle generiche promesse che forse un giorno le cose torneranno apposto.
Io sento che devo accettare perché ne ho bisogno ma allo stesso tempo dentro di me mi sento fortemente urtato, perché mi sembra che vuoi buttarmi via come un cencio vecchio, e sento che questa cosa dell'aiuto è come una scusa per potermi mollare definitivamente senza nessun rimorso.

Se è l'amore che ti spinge a comportarti così io vorrei vederlo nel tuo atteggiamento di quando interagiamo normalmente, ma questo non lo vedo, c'è sempre una fredda risoluteza e una cruda determinazione a non volermi ascoltare e a non condividere le tue motivazioni.
Ma non saremmo mai neanche arrivati a tutto questo, come puoi accettare la mia presenza solo per eseguire quello che tu reputi giusto e annichilire tutto il resto?
Vedo commuoverti solo quando cerchi in tutti i modi di farmi stare zitto e io continuo a parlare, io mi commuovevo quando non sapevo piú cosa dire per trovare un punto di incontro, della comprensione fra di noi.
E le cose sono andate peggiorando.

Io non ce la faccio, non voglio più essere nessuno in mezzo alla moltitudine, se devo essere nessuno voglio esserlo come l'ultimo uomo sulla terra. Non ce la faccio più a sopportare l'indifferenza. E adesso è così che mi sento, come un oggetto, un problema increscioso di cui sbarazzarsi nel modo più indolore possibile.

Non ho la forza di scacciarti da me, ma comportarmi come un essere umano non è servito a farmi trattare come tale, ad avere un po' di empatia. Perché bisogna portare le persone alla miseria perché agiscano con un po' di cura? Perché devo maltrattarti perché sia stimolata la coscienza in te? Perché devo causare un trauma per spingerti a riflettere in un ottica di unione e non di separazione? perché bisogna sottomettere una persona per farla tornare umile e desiderosa di trovare un punto di incontro e non uno di discordia?
Non voglio che nessuno tratti da miserabile gli altri.

Perché non ho le forze di reagire? è quello che devo fare perché tu mi veda diversamente, adesso vedi solamente quello che vuoi vedere, giusto o sbagliato che sia, ma non ascolti le mie parole.

O forse le ascolti ma non le vuoi capirle in nessun modo.

Dovrei dirti di andare via, chiudere tutti i contatti, risolvere i miei problemi e ignorarti tutte le volte che ci dovessimo incontrare per farti capire che c'è una realtà che ignori. L'unico modo di farti capire che la ignori non è continuare a cercare di mostrartela ma è privartene e comportarsi come se ti nascondessi qualcosa così che tu cominci a chiederti di che cosa si tratta.
Questo ovviamente nel migliore dei casi perché l'ignoranza è sempre in agguato.

È così triste, io non posso farlo e non voglio farlo.
Ma se mi stai trattando così che alternative ho?
L'autodistruzione oppure la distruzione di quello che ho attorno accettando poi di dover vivere in un ambiente distrutto da me invece che semplicemente in un ambiente invivibile che non sono riuscito a bonificare.

Come può questa situazione non crearmi problemi? come possono questi problemi non turbarmi? come si può pretendere che non sia normale che io mostri malessere? sarei normale se invece di starci male non sarei toccato in nessun modo continuando la mia vita in modo normale?
Mi sembra che sia questa la vostra soluzione, perché sono io che sto andando in cura, non è la situazione che deve essere curata ma sono io, quindi sono io che sono il male e non la situazione che si è andata a creare.
Una operazione di trasporto impeccabile.

Se solo fossi più umile...
se solo le tue risposte non fossero così lapidarie...
se solo ti vedessi capace di mettere a nudo te stessa...
sarei felice di fare qualcosa di buono per noi, ma niente riesce ancora a dissuadermi dall'idea che quello che tu vuoi descrivere come aiuto sia mosso solo da odio.
E per me non è lo stesso.

Ho dovuto cominciare con le accuse nei tuoi confronti perché non ce la facevo più a sopportare le tue chiedendoti scusa e dicendoti che avrei rimediato, vedendo che poi continuavi a recriminarmi. Non ti bastava vedermi dispiaciuto, non ti bastava che cercassi di trovare una soluzione.

Forse tu non odi me, ma odi quello che io per te rappresento.
E io forse non amo te ma amo quello che tu rappresenti per me.

Entrambi i casi sono ingiusti, ma la direzione che abbiamo intrapreso non è di certo la mia.

Devo rifiutare qualcosa che potrebbe servirmi per evitare almeno di essere visto come qualcosa di non umano. Devo rifiutare la vostra pietà perché smettiate di pensare che la pietà é il regalo che potete farmi e di cui io dovrei esservi grati.
Non voglio essere aiutato, voglio che gli aiuti siano diretti versi di noi e che io sia visto come un partecipante e non come il destinatario di questi aiuti, altrimenti prendetevi un cane e ridatemi la mia dignità.