Nella casa di vetro

sabato, aprile 14, 2018

Perché non voglio odiarti?
Perché non è in nome dell'odio che io sto impiegando così il mio tempo, i miei pensieri, le mie forze.
Non è attraverso l'odio che la mia vita troverà un significato.
Non avrò felicità quando ti avrò eletta a mia nemica, non gioirò se nella tua vita ti accadranno delle sfortune, non gioirò se ti accadranno cose belle.
Non era per odio che ti chiesi se ti io ti potessi piacere almeno un po'.
Ma non posso togliermi di dosso questa sensazione insopportabile di qualcosa di rimosso, di vuoto incolmabile, ogni secondo dentro di me come un bruciore nel petto.

Cos'è l'amore? sto struggendo di dolore per te.
Cosa è cambiato dentro di te in una sera? cosa ti ha fatto ripensare a me in modo diverso, perché ora non stai provando le stesse cose che provo io?
Cosa pensavi che io volessi da te? come fai ad essere così cinica?
Cosa hai visto in me, cosa hai visto nei miei occhi? Ti ho spaventata?
Perché credi che io ti voglia fare del male? perché pensi che non potrei farti del bene? credi davvero che io sia così egoista?
Come descriveresti il bene?

Dimmi cosa devo fare per riaverti con me? dammi una opportunità, chiedimi qualsiasi cosa, non potrò avere rimpianti se mi sarà possibile voltarmi verso il tuo amore.

Non voglio fare niente che possa risultarti meschino, non voglio chiedere ad altre persone di contattarti al mio posto, non voglio cercare di spiarti, non voglio fingermi un altra persona pur di conversare con te, non voglio stressarti cominciandoti a chiamare e contattarti cercando di persuaderti ne fare finta che ho deciso che mi basta la tua amicizia (non ci riuscirei).
Ma come posso muovermi? vorrei partire domani e aspettarti sotto casa con il cuore in mano, ma come la prenderesti? non ho paura del viaggio, della fatica, ho paura di peggiorare la mia situazione nei tuoi confronti.
Non riesco a formulare nessuna strategia, non sono fatto così, non riesco a mentire, non riesco a comportarmi diversamente da come sento.
Ma fai attenzione, questo non vuol dire che non posso cambiare me stesso, non vuol dire che non posso decidere di fare qualcosa al di fuori delle mie abitudini.
Vuol solamente dire che devo riflettere e assecondare qualcosa di nuovo, ti prego sii onesta, lo sai che è la cosa giusta, lo sai che prima prendere una decisione e fare qualcosa non c'è niente di meglio di fermarsi e pensarci su, non è un atto di arroganza ne prepotenza. Se poi a pensare si annette il pensiero degli altri diventa anche un atto di umiltà, ti prego lascia trasparire la verità, non ci offuscare.

Ci siamo conosciuti troppo poco, vorrei poter in qualche modo farti provare le emozioni che provo per te, non esiste che io sappia un mezzo per compiere un'azione simile. Esiste solo la fiducia, l'idea intensa che si stia provando la stessa cosa allo stesso momento. Se non mi aprissi totalmente a te per paura di sbagliare, come faresti a fidarti di me? se non ti avessi dato modo di biasimarmi (ma sono un impiastro, non avrei comunque avuto modo di riuscirci, sappilo), se quel giorno in qualche modo a me sconosciuto io fossi riuscito a sembrarti una persona perfetta sotto ogni aspetto, come avresti potuto ammettere su due piedi di aver avuto ogni elemento per giudicarmi?

Non ti basta sapere che io mi stia rimettendo a te? se nascondessi i miei difetti invece di mostrarteli in quale modo strano potresti desumere che voglia condividere la mia vita e la tua? Ti prego di nuovo di onestà, quella mattina che ti ho fatto di male? sogno ancora tutti i giorni di poterti abbracciare e stringere fino a perdere l'orientamento e l'equilibrio.
Non ti ho fatto niente di diretto, ti ho solo parlato di me, non ti ho costretto a dover sopportare dei miei comportamenti, te li ho messi invece sul tavolo aspettando che tu mi dicessi la tua.

Quella mattina non ho voluto mangiare quello che tu avevi ordinato non perché volessi dimostarti avversione! quando ho visto per un secondo dell'amarezza nel tuo viso ho pensato intensamente che avessi sbagliato, ma la discussione si era già fatta difficile, io non sono una persona brillante, mi dispiace non essere riuscito a farti sentire quello che davvero provavo, sono un imbecille.
Il motivo per cui non l'ho fatto è che una volta volevo sollevarti da quell'onere, non sapevo ancora se tu la stessi prendendo come un voler ogni volta lasciare a te la responsabilità di prendere le decisioni per tutti e due (anche se non ho mai sentito questo, per me era proprio un voler "accettare" qualsiasi cosa tu volessi ma in modo attivo, era un modo per me per dichiararti apertamente la mia disponibilità a condividere con gioia i nostri interessi, non mi hai mai visto triste e infelice mentre mangiavo quello che mi trovavo davanti, perché in quel momento io non stavo sfamando il mio corpo, io stavo sfamando il mio spirito) e allora avevo deciso di fare diversamente una volta, proprio quel giorno, proprio per poterti fare vedere che ero capace di prendere decisioni anche da solo.
Se per solo un secondo avessi capito che volevi fare come al solito, non so descrivere quanto avrei amato trovarmi nella stessa situazione, per me era come poter godere delle tue attenzioni, potevi ordinare anche dei piatti vuoti per me!

Io lo so che ti ho perso, non riesco a darmi pace, mi sei passata davanti, tu, con il resto della mia vita, e io sono dietro un vetro antisfondamento e non posso fare altro che guardare allontanarvi.
Un giorno avrai una famiglia, qualcuno che ti ama e non sarò io, non penserai a me, perché io sono sicuro che una persona così speciale come te non farà nessuna fatica a trovare qualcuno.
Non voglio augurarti che questo non accada, ti meriti tutto ciò di bello che possa esistere, ma sto soffrendo troppo per immaginarti lontana da me, come un astro, poterti osservare a distanza o solo con la mia immaginazione.

Ti prego, ti prego.