Nella casa di vetro

domenica, aprile 15, 2018




Tu vorresti che io ti dimenticassi, anzi provi imbarazzo persino ad avermi conosciuto e ad aver condiviso il tuo tempo con me.
Io vorrei invece avere la forza di non dimenticarti, voglio che le cose siano importarti per me, che venga restituita la vera importanza alle cose.

Per il semplice fatto che io non possa ricordare da quando ho iniziato, devo dire che da quando ho cominciato a pensare mi sono sempre stupito di come le persone riuscissero a non dare importanza a quello che accade.
Come se una cosa valesse un altra, la realtà è molto probabilmente così, ma quello che dobbiamo pensare noi di essa ne dubito.
Ogni volta che scrivo, sono sicuro, a voi che leggete può sembrare che io provi in tutti i modi a cercare significati "importanti", magari ovviamente risultando maldestro nel tentativo. La verità è che cerco di trovare qualcosa che mi ispiri, come in una sorta di scrittura semi-automatica.
Questo non è mai accaduto ovviamente, come impossibile che sia.
La scrittura non è altro che la traduzione della nostra forma di comunicazione prediletta. E io sto comunicando da solo, come posso auto ispirarmi?
Lo so, è patetico allora, essere anche consapevole del proprio fallimento e continuare a dibattere sullo stesso punto.

Ieri immaginavo di chiamarti al telefono e che tu mi rispondessi, immaginavo lo svolgersi della conversazione in cui io ti chiedevo di darmi un altra possibilità e tu che in tutti i modi me la negassi.
Alla fine decidevo di smettere gridando un BASTA! e alla fine ti davo il mio addio, dicendoti che non avrei potuto più vivere senza di te e lasciandoti ascoltare i rumori di me che mi arrampicavo sulla finestra, poi delle grida lungo la strada dei passanti.
Allora immaginavo che, per via del tuo coraggio, invece di attaccare mi avresti intimato di fermarmi, che non potevo farlo, che non aveva senso.
E continuavo immaginarmi a sorridere mentre ti rispondevo con gioia che avevo una paura terribile di quello che stavo per fare ma che arrivato a quel punto non sarei potuto tornare indietro, che qualunque cosa o promessa ci saremmo fatti sarebbe stata solo una parola di troppo strappata dalle tue labbra. E che se da un lato avevo paura dall'altro ero felice perché era terminata la mia indecisione, ed era terminata la mia attesa inconcludente e che forse così la prossima volta avresti pensato meglio se una persona ti sarebbe potuta mancare o no prima di lasciarla.

Poi ho postato harrold the barrel, tutto questo mentre non riuscivo a dormire (conosco questa canzone da decenni oramai, fu la colonna sonora della mia disperazione di tanti anni passati, dove il dolore era generato da una coscienza diversa ma era di tipologia simile, l'utopia di vivere in un luogo più vero di quello che mi circondava).

Mi fa sorridere pensare cosa starai pensando di me, quanto inutile ti starò sembrando, starai lodando il cielo di avermi mollato prima che avessi mandato in malora entrambi.
Mi viene da ridere e nel frattempo da piangere.
Da piangere per la mia sorte miserabile, da ridere per l'enorme fraintendimento che c'è sempre stato nei miei confronti.
Non so se vi è mai accaduto di piangere e ridere contemporaneamente, a me alcune volte, non è una cosa inventata ma succede davvero.
Quello che si sente è un grosso dolore interiore che ci fa piangere, ci fa commiserarci e contemporaneamente ci viene da ridere perché ci si beffa della situazione incredibile in cui ci si è ritrovati, senza scampo alcuno, messi alle strette si finisce col ridere della propria sorte.

Perché tutto quello che a voi sembra inutile per me è fondamentale, perché mi ritrovo da solo ad apprezzare le piccolezze della vita e sento anche che i miei migliori amici non riescono comunque a capirmi, con tutti gli sforzi che facciano. Vedo le persone pensare di me che abbia delle rotelle fuori posto, guardarmi con occhi profondi pensando di me che brutto destino mi sia capitato e non accorgendosi che io li riguardo e penso di loro che siano persone superficiali, che non vadano oltre le apparenze.

Solitamente le persone con problemi comportamentali e relazionali si trovano bene con me, questo perché a differenza degli altri li tratto come persone normali. Questo perché vedo in loro quello che è successo a me, sotto una forma diversa certo, perché io mi sono autoindotto questo stato di inettitudine.
E vedo in loro la capacità di riconoscere la sofferenza nelle persone e la volontà di respingerla perché loro l'hanno sperimentata e la sperimentano ogni giorno. Il cuore può sempre far male, a prescindere da quanto sale in zucca si abbia.

Questa è la mia vita, e non sarebbe neanche così vile se tutto questo patimento non mi stia facendo diventare cieco e frenetico. Non riuscirò più a dividere la mia indole dalla mia coscienza all'atto pratico, sarò egoista, metterò me stesso al primo posto, sarò incapace di riconoscere gli atti di benevolenza che gli altri cercheranno di porgermi per semplice altruismo o perché magari vorrebbero davvero la mia presenza. E quello che succede, stanchezza, autoconservazione, cecità, un ciclo che si ripete, un vortice che ci risucchia e ci porta sempre più in basso fino a quando la nostra morte non avrà più nessun significato per gli altri.

Perché alla fine tutti si scorderanno di noi, tu ti sei già dimenticata di me ad esempio, di me che ancora ieri piangevo mentre cercavo di sognarti. Tu sei importante per me anche se non vorresti esserlo.

1 Comments:

At 15 aprile, 2018 02:21, Blogger Vinnie Scocciante said...

Ahaha, che coglione che sono!, e io che ci speravo davvero, ora, a meno che abbia maleinterpretato le statistiche di blogspot, è palese che nessuno sta guardando i miei ultimi post.
Mi viene da ridere, avevo l'illusione che potesse accadere e invece no, hai voltato pagina in un solo giorno e non hai avuto nessuna remore.

Ben mi sta, sono un coglione e da coglione devo morire.
Se mai mi accadrà qualcosa di brutto, forse solo allora, forse, qualcuno per qualche secondo della sua vita si degnerà di darmi uno sguardo, poi passerà oltre alla ricerca di qualcosa di nuovo e più interessante.

Nessuno vive per me, neanche i miei familiari, non ho mai avuto amore e mai lo avrò, è terribile, non esiste un dio, non esiste giustizia.
Devo davvero trovare il modo di crepare e togliere il disturbo.

 

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