Nella casa di vetro

domenica, luglio 21, 2019

Mi chiedo quando?



Come si può con tanta miscredenza negare un sentimento? è la sua provenienza ad essere messa in discussione oppure sono le circostanze a renderlo patetico? Quello che lo rende così melodrammatico è la mancanza di compassione, la negligenza nel accordargli il trasporto, il suo disconoscimento, la condanna a lasciarlo morire relegandolo al margine.
Quello che è veramente banale è la mancata presenza di spirito, la paura di riconoscere la semplicità che ci contraddistingue e io non voglio essere tutto questo.
Perché la mia speranza è destinata a spegnersi? perché ogni mia più stramba ambizione deve soccombere in nome del pragmatismo? io non vivo in funzione del cinismo.
Quando avverrà che i sogni si possano avverare dismettendo in noi il bisogno di evadere in fuge autodistruttive? quando cesserà  la necessità di soffrire e di fare della sofferenza una causa vitale?
Perché devo essere messo nella condizione di fare del male a me e agli altri? perchè devo prendere in considerazione l'eventualità del male come diretta conseguenza all'assenza del bene!?
Tutto questo non è giusto, le mie intenzioni non sono malvagie, il disegno è totalmente sbagliato, non chiedo altro che la possibilità di riempire il mio cuore, che sia pure per l'occasione di un ultimo sacrificio, ma non posso più sopportare questo vuoto.