Nella casa di vetro

lunedì, dicembre 26, 2016

Così tanto da dire




Nelle nostre peculiarità, nelle nostre stranezze troviamo la nostra identità. E anche questa volta una delle cose che vorrei dire non arriverà a destinazione, ma non rimarrà taciuta.
Cosa volevi da me, cosa ti aspettavi? tutti possono cambiare nella vita, l'errore non è nel cambiamento in sé ma può vivere nel principio che innesca un cambiamento e io non sono mai stato disposto a conformarmi a idee che non ho quantomeno assorbito abbastanza.

Io non posso credere che fosse proprio quello il tuo modo di dimostrarmi che mi volessi bene, ma ovviamente non posso essere sicuro di me adesso, fatico a disilludermi perché di sbagliarmi riponevo speranza.

E anche in quell'ultimo momento c'era una scappatoia, la porta sul retro lasciata intenzionalmente aperta, era possibile mettere tutto apposto se solo lo avessi voluto, ma non l'hai voluto. Speravo di sbagliarmi, speravo che mi avresti contraddetto, che avrei potuto chiederti scusa e detto quanto fossi stato stupido, ma così non è stato.

Sento la tua mancanza, vorrei che fossi con me, ma questi sono solo i miei sentimenti che parlano, la ragione è di un altro avviso, e non ho nessuno scampo, devo ascoltare la ragione poiché tentando con i primi ho ricevuto rimproveri a sufficienza. E -NON- voglio più essere rimproverato per questioni di cui NON ho colpa, non volevo sentirmi in colpa perché ti volevo bene e non voglio sentirmi in colpa perché ho voluto chiudere un rapporto che andava inaridendosi sempre di più.

Mi dispiace per quello che è accaduto, vorrei avere la forza di dimenticarti ma non mi riesce, e inevitabile e come è giusto che sia porterò questo fardello. Non ti posso augurare la mia stessa sorte ma ho l'impressione che così non potrebbe comunque essere.