Nella casa di vetro

lunedì, aprile 23, 2018

Come on and levitate




Astral Architecture - Gleb Kolyadin

Ring the bell once more she said
Come inside, come escape the rain
Here the halls are in love, we've wed
Dream the lines, come erase the pain

Into the corridor we glide
Never a worry in our head
Pulling the silver cord behind
Enter in reverence

Here the walls carry blood, she said
Be our heart, lubricate the veins
Stay the course, its umbilical,
It’s the structure of man
The fabric of space in our frame

Here, we are the body of light as we walk

Reach the top of the stairs, she said
Leave the floor, come levitate
Do the halls still hear my footsteps fall
On the boards? on the planes?
Come on and levitate

Pull me up though the air
To that secret, hidden floor

Here, we are the body of light as we walk
Here we are the tissue of life in these walls
Here, between the rafters I reside as before

I'm still there…



Architettura Astrale

Suona il campanello ancora una volta, lei disse
Vieni dentro, rifugiati/sfuggi/ritirati/evadi/sottraiti alla pioggia
Queste sale sono innamorante, ci siamo sposate
Sogna le linee, vieni a cancellare il dolore


Dentro il corridoio noi scivoliamo
Mai una preoccupazione nelle nostre teste
Porta dietro il cordone d'argento
Entra in riverenza

Questi muri trasportano sangue, lei disse
Sono il nostro cuore, lubrifica le vene
Mantieni il corso, il suo ombelicale (centro)
È la struttura dell'uomo
La fabbrica dello spazio nel nostro scheletro

Qui, noi siamo il corpo di luce quando camminiamo
Raggiungi la fine delle scale, lei disse
Lascia il pavimento, comincia a levitare
La stanza continua a sentire i miei passi ricadere
sulle assi? sui piani?
Vieni e levita


Tirami su dentro l'aria
Verso questo segreto, camera nascosta

Qui, noi siamo il corpo di luce quando camminiamo
Qui noi siamo il tessuto della vita in questi muri
Qui, fra le travi io risiedo come prima

Io sono ancora qui



stato emotivo

Quello che c'è oltre di se


Chiamami ancora
vieni con me via dalla tristezza
qui amiamoci insieme
sogniamo il nostro avvenire, dimentichiamo il dolore

Procediamo senza nessuna preoccupazione
lasciamo indietro la nostra mortalità
poniamoci con estrema umiltà e fascino


Qui è dove vengono i nostri interessi
Siamo passionali, facciamo scorrere le nostre pulsioni
non perdiamo/smarriamo il cammino, la nostra ragione
perché di questo siamo fatti
e così sviluppiamo il nostro mondo interiore

Quando siamo insieme siamo positivi

Raggiungiamo le nostre ambizioni aspirazioni
smettiamo di avere i piedi per terra
non rimaniamo attaccati a ciò che ci condiziona
andiamo oltre

Tirami dentro il tuo viaggio
dentro il tuo io nascosto

Quando siamo insieme siamo positivi
È in questo modo che riusciamo a vivere
E qui che io mi sono fermato

Io sono ancora li...

domenica, aprile 22, 2018

Aiuto




Quello che sto per scrivere non vale un nuovo post.
Ho il bisogno di comunicare, ma quello che devo dire nessuno avrebbe la voglia di ascoltarlo, né il motivo.
Non è niente di speciale, niente di nuovo, niente di interessante.
Ma non so con chi comunicare, è come avere dentro di se una sideline (che poi tanto side non è) sempre attiva, sempre ferma li, di importanza capitale ma incomunicabile.
Si scambiano rapporti con le persone, si fanno cose, si continua a vivere, ma c'è questa linea sempre non sviluppata, taciuta.
Sapere che senza la realizzazione di essa non si potrà mai avere pace, non si potrà mai essere sereni, non ci si potrà mai sentire dentro al proprio corpo, riconoscendo se stessi, le proprie intenzioni, senza dover agire ignorando parte di se.
Questa sideline è lasciata ferma da talmente tanto tempo che diventa anche difficoltoso stabilire bene cosa fosse e cosa è diventata nel frattempo, confusa da tutti i tentativi che si è fatto per ignorarla.

La verità è che mi sento solo (che novità), ed è una solitudine interiore enorme.
Vorrei avere una persona da guardare negli occhi sapendo che il suo interesse è quello di capirmi, di scoprirmi, di condividere con me.
Una persona che attenda i miei pensieri solamente perché sono miei e che non aspetti altro di poterli porre in atto.
E ovviamente io vorrei fare la stessa cosa con lei.
Semplicemente poterci guardare negli occhi e dire quello di cui abbiamo voglia, poter dire di sentirci tristi, poter dire di aver paura di qualcosa, poter confessare le proprie tendenze, le proprie speranze e sapere che ogni passo sarà intrapreso in due.
Questa mia tristezza è sconfinata, non riesco a trovare una persona che voglia questo, che cerchi a tutti i costi di poter sviluppare il proprio io pacifico e quello dell'altro come stimolo infinito.
La mia tristezza è talmente forte e radicata che vorrei morire, non ho il coraggio di farlo ma sapere di dover continuare a vivere così, in questa disgrazia, mi mortifica.

Il motivo per che mi piacevi tanto era che vedevo una persona vitale, che aveva voglia di andare a fondo, che aveva voglia di ascoltarmi ed essere ascoltata e dire di sì. Inoltre in te ammiravo la determinazione, anche se mi spaventava un po' perché avevo paura che potesse essere così forte da non includermi nei suoi progetti, come così è amaramente stato.
Le tue faccende sono così importanti che non alla fine non ti sei potuta rivolgere a me, nessuno sguardo d'amore, nessuna voglia di legarsi, sono stato solo un breve turbamento dell'aria.

Se solo provassi quello che ho provato io forse potresti capire questa mia ostinazione, questo mio continuare a sognarti, a volerti.
Perché così non è stato? perché è stato voluto che io rimanessi così misero?, perché un desiderio così forte non viene contraccambiato?
Non sono nessuno, da solo non ho ragione di essere, senza nessuno da amare e che mi ami è come vivere in prigionia, una solitudine condivisa con le altre ombre.

Se esiste un dio, deve ascoltarmi, non riesco più a vivere, non ce la faccio più, con le parole non riesco a descrivere la forma di distacco che provo.
Ci vogliono metafore, la sensazione è indescrivibile.


Mi sento come un astronauta in una orbita lontana che osserva il suo pianeta distante come un puntino e dove sa che ci sono le altre persone che vivono amorosamente la loro vita ed è conscio che non potrà più tornare, non potrà più avere nessun contatto, non potrà avere i suoi affetti; solo buio, silenzio, corpi celesti che vagano nel vuoto e la consapevolezza di se che scompare piano piano per via della mancanza di stimoli esterni.


Io credo che l'amore che potrei provare nella mia condizione attuale sarebbe soprannaturale, questo perché in esso ci sarebbe tutta la speranza della mia salvezza, della salvezza della mia umanità, della mia umiltà, della mia modestia.

Base chiama terra, ho bisogno di aiuto, mayday

sabato, aprile 21, 2018


Full circle poetry - Magic Pie

It's just perfect
Where the heavens are we'll be
Where there's only you and me
What you feel, I will see
Destiny, Infinity
A reason we all are waiting for

I don't believe in change of colours
I don't believe in darker shadows
The light - the light has been fading
While I've been waiting... in the dark

Never afraid anymore, Never hide like before
You came, You came and took my life away
Left me all alone and afraid

I see myself like a, lifeless silhouette
I still feel pain, but I do - I do not regret
What's done is done, I can't change it now
Not even faith can rearrange it now...
...Oh how I wish I just could walk away...

There is nothing left to find
In the back of my mind
If the pain - if the pain would go away
I might - seek love again

Now I'm here all alone
Just a shadow to call my own
Here again in my hall... I'm waiting for her final call
...Oh I wish I just could walk away...

She left a shadow on her room
She won't be back again so soon
She had things in her bag that she normally didn't need
Am I as guilty as she pleads?

So I see through my eyes, but I can't believe it...
What is truth, what is lie, why does human heart deceive it?

Will I ever feel again, will my friend come back in the end?
Not that I would care today
There's nothing in my heart for me to give away

As I see through my eyes, oh I can't believe it...
What is truth, what is lie, why does human heart deceive it?

Affirmative, Conclusive
A reason we have all been waiting for
At last I recall
Things that drove me to this wall
And now I've found the key
Now I've found the link
Now I've found the secret to it all.




Poesia a tutto tondo

È semplicemente perfetto
Dove i paradisi dovrebbero essere
Dove ci siamo solo io e te
Quello che si sente, Io vedrò
Destino, Infinito
Una ragione che tutti noi stiamo aspettando

Io non credo nel cambiamento dei colori
Io non credo alle ombre più scure
La luce - la luce sta svanendo
Mentre io stavo aspettando... nel buio

Più nessuna paura, Non nascondersi come prima
Sei venuta, sei venuta e ti sei portata via la mia vita
Lasciandomi solo e timoroso


Vedo me stesso come, una sagoma senza vita
Continuo a sentire dolore, ma lo faccio, non ho rimorso
Quello che è fatto è fatto, non posso cambiarlo ora
Nemmeno la fede può modificarlo ora...
...Oh, come vorrei semplicemente poter andare avanti...

Non c'è niente da trovare
all'interno della mia mente
Se il dolore - se il dolore sarebbe andato via
Potrei - trovare di nuovo l'amore

Ora sono qui tutto solo
Solo un'ombra da poter chiamare mia
E sono ancora ancora nella mia sala... Sto aspettando la sua ultima chiamata
...Oh, vorrei semplicemente poter andare avanti...


Lei ha lasciato un ombra nella sua stanza
Non ritornerà presto
Lei aveva delle cose nella sua borsa che normalmente non le servivano
Sono io colpevole come lei afferma?

Quindi, io guardo attraverso i miei occhi, ma non ci posso credere...
Quale sia la verità, quale sia la bugia, perché il cuore umano l'inganna?

Ricomincerò a sentire, alla fine il mio amico ritornerà?
Non che mi interessi tutt'ora
Non c'è niente nel mio cuore che io possa dare via

Affermativo, Conclusivo
Una ragione che tutti stavamo aspettando
Alla fine ho richiamato
Le cose che mi hanno portato davanti a questo muro
E ora io ho trovato la chiave
Ora ho trovato il collegamento
Ora ho trovato il segreto di tutto questo.





venerdì, aprile 20, 2018

Soli Vividi

Che mi inaridiscono



È arrivato il momento di scrivere, mentre detto alle mani quelle poche cose che mi sono venute in mente, sono più freddo del solito.
Perché più freddo? il solito processo irreversibile di irrobustimento, senza provvedimenti non so come andrà a finire questa cosa, anche se non mi piace.
È quello che vedo nelle persone, il progressivo raffreddamento che alla fine si impadronisce di loro e li rende "automi", ci combatto da sempre, fu persino uno dei motivi scaturenti il tema della mia maturità...


La rabbia è usata come un mezzo di autodifesa, è inutile pensare di essere tanto evoluti, per migliaia di anni abbiamo risolto le questioni con la violenza in modo burbero e immediato, quando ci troviamo alle strette questo è uno dei comportamenti che ci viene naturale adottare.
Ma la rabbia alla fine ci lascia vuoti dentro.


Eppure io ho scelto la pacatezza, questa volta, senza nessun risultato. Ho come l'impressione che se mi fossi dimenato senza senno avrei forse ottenuto di più (come Polk insegna) vista la cattività in cui mi ritrovo. Questo "retaggio" dell'aggressività che ci portiamo dal passato vanifica i tentativi di migliorare il comportamento perché gli altri percepiscono questa reazione distensiva come un'ammissione di sconfitta e inconsciamente tratteranno da perdente il reo-innocente. La solita fossa di leoni.

Sarebbe divertente, se ora riuscissi a ridere di buon gusto; sforzarsi per fare un passo avanti e avere solo feedback negativi, non dovuti ad un proprio sbaglio di valutazione ma all'ambiente controproducente e, anche se non si vuole, l'apprendimento continua ad agire nostro malgrado, si annota la brutta esperienza e alla volta successiva ci suggerirà l'inutilità di questa condotta. Ecco come si diventa cinici, disillusi, sterili; ci si contamina; tutto quello che ci differenzia da un bambino, la capacità di saper credere senza condizioni alle nostre realizzazioni.

Incappando in una situazione "nuova" so che   pot|dov|vor rei  reagire diversamente, con più coinvolgimento ma contemporaneamente mi sono abituato a fare diversamente per evitare le fregature.
Passo dopo passo mi avvicino al meltdown (freddo).

E le persone cosa fanno? rifuggono, non sono coscienziosi, non mi capiscono, l'unica cosa che fanno è continuare a scappare!

Non sarà la loro versione migliore ma si può vedere qualcuno che
malgrado tutto e con il senno celato
continua ancora orgogliosamente a combattere.

E dopo i nostri tentativi, tutti, si rimane beffati!
Dovrei davvero ridere.



Prendetevi tutti i vostri trofei, tanto a me non interessano, non mi riguarda, non è quello a cui sto pensando, ho già superato da tempo la preoccupazione, so già quello che sta succedendo.
Non so se avrò la forza di superare la sopportazione però, sono recessivo, oramai recidivo, e mi sto ritirando a partire dall'interno, come una terra cava.




mercoledì, aprile 18, 2018

Oggi mi hai chiesto come sto, quando ho sentito la notifica di un messaggio, la prima cosa che ho pensato e che fossi stata tu a scrivermi, ovviamente ero sicuro che non fosse così, eppure mi sbagliavo e quando ho visto il tuo nome mi è venuto un sussulto.
Poi ho letto il messaggio e ti ho detto "bene", in realtà ti volevo dire che non passa un giorno in cui non pensi a te, ma se te l'avessi detto come l'avresti presa?

Il giorno delle insalate viventi

Penso a te quando compro l'insalata? ma io penso a te quando faccio ogni cosa, quando lavoro, quando faccio sport, quando vedo una ragazza che mi sorride oppure una coppia felice, quando vado (ancora per poco) al corso di tedesco, quando ripenso all'informatica, quando vado a dormire, appena mi sveglio, quando penso alle cose che avevamo in comune (anche senza saperlo, si ho guardato anche il tuo sito).



E poi mi hai anche detto quello che sei a fare, non voglio darti pensieri, voglio che tu sia felice, soprattutto in questi giorni e che tu possa costruire tanti bei ricordi.
Si i ricordi, quanti ricordi, se ci penso mi viene da piangere, non voglio cancellarli, ma non può essere più lo stesso per me lì, non riuscirei a trovare conforto, negli sguardi delle altre persone vedrei sempre il tuo pur non potendolo afferrare.
Si piangere, questo è il mio segreto.




Non ero alla tua altezza e probabilmente non ti ho dato stimoli, mi odio per non essere riuscito a tenerti con me, sono un incapace.
Penso che questa canzone me l'avresti dedicata più che volentieri, se le cose fossero andate bene:


martedì, aprile 17, 2018

Prendere un respiro




E ascoltare attentamente che rumore faccia, trattenendolo dopo quanto già bevuto.

Oggi, ieri, e prima dell'altro senza esclusione, mi sono fermato.
Non è affatto detto che ci sarà niente di migliore mai un giorno.
La speranza è necessaria per continuare a credere di poter vivere.
Ma alle volte, per quanto sia inutile e controproducente, tutto quello che si fa è sedersi a riprendere fiato, accogliendo il malessere e lo sconforto, rimanendo ad ascoltarli inermi.
In questo momento si assapora il sollievo della tregua, si accetta per un momento il proprio destino.
Sconfitti si evade dalle proprie responsabilità, ci si rannicchia e abbraccia da soli aspettando non si sa bene che cosa, remissivi nella propria impotenza, ignari di quello che ci potrà accadere.



Se non avessi sognato un posto migliore oggi non sarei qui a potermelo raccontare, a nascondermi all'ombra immaginando la luce, ma non ho più voglia di continuare a sperare, il solo pensiero di doverlo fare mi rende triste.









The patient - Tool

A groan of tedium escapes me,
Startling the fearful.
Is this a test? It has to be,
Otherwise I can’t go on.
Draining patience, drain vitality.
This paranoid, paralyzed vampire act’s a little old.

But I’m still right here
Giving blood, keeping faith
And I’m still right here.

Wait it out,
Gonna wait it out,
Be patient (wait it out).

If there were no rewards to reap,
No loving embrace to see me through
This tedious path I’ve chosen here,
I certainly would’ve walked away by now.
Gonna wait it out.

If there were no desire to heal
The damaged and broken met along
This tedious path I’ve chosen here
I certainly would’ve walked away by now.

And I still may … (sigh) … I still may.

Be patient.
I must keep reminding myself of this.

And if there were no rewards to reap,
No loving embrace to see me through
This tedious path I’ve chosen here,
I certainly would’ve walked away by now.
And I still may.

Gonna wait it out.


Il paziente

Mi sfugge un gemito di tedio,
sussultando dallo spavento.
È questo un test? deve esserlo
Altrimenti non potrei andare avanti.
Perdendo pazienza, perdendo vitalità.
Questo paralizzato vampiro paranoico è un po' vecchio

Ma sono ancora qui
Dando sangue, mantenendo la fede
E sono ancora qui.

Aspetta,
Continua ad aspettare,
Sii paziente (aspetta).

Se non ci fosse nessuna ricompensa da raccogliere,
Nessun abbraccio amorevole per guardarmi attraverso
Questo tedioso cammino che ho scelto,
Senza dubbio lo eviterei immediatamente.
Continua ad aspettare.

Se non ci fosse il desiderio di guarire
dai danni e dalle rotture incontrate lungo il cammino
Questo tedioso cammino che ho scelto
Senza dubbio lo eviterei immediatamente.

E io ancora posso ... (sigh) ... ancora posso.

Essere paziente
Devo continuare a tenerlo a mente.
...
Ed io posso ancora
Continuare ad aspettare

domenica, aprile 15, 2018




Tu vorresti che io ti dimenticassi, anzi provi imbarazzo persino ad avermi conosciuto e ad aver condiviso il tuo tempo con me.
Io vorrei invece avere la forza di non dimenticarti, voglio che le cose siano importarti per me, che venga restituita la vera importanza alle cose.

Per il semplice fatto che io non possa ricordare da quando ho iniziato, devo dire che da quando ho cominciato a pensare mi sono sempre stupito di come le persone riuscissero a non dare importanza a quello che accade.
Come se una cosa valesse un altra, la realtà è molto probabilmente così, ma quello che dobbiamo pensare noi di essa ne dubito.
Ogni volta che scrivo, sono sicuro, a voi che leggete può sembrare che io provi in tutti i modi a cercare significati "importanti", magari ovviamente risultando maldestro nel tentativo. La verità è che cerco di trovare qualcosa che mi ispiri, come in una sorta di scrittura semi-automatica.
Questo non è mai accaduto ovviamente, come impossibile che sia.
La scrittura non è altro che la traduzione della nostra forma di comunicazione prediletta. E io sto comunicando da solo, come posso auto ispirarmi?
Lo so, è patetico allora, essere anche consapevole del proprio fallimento e continuare a dibattere sullo stesso punto.

Ieri immaginavo di chiamarti al telefono e che tu mi rispondessi, immaginavo lo svolgersi della conversazione in cui io ti chiedevo di darmi un altra possibilità e tu che in tutti i modi me la negassi.
Alla fine decidevo di smettere gridando un BASTA! e alla fine ti davo il mio addio, dicendoti che non avrei potuto più vivere senza di te e lasciandoti ascoltare i rumori di me che mi arrampicavo sulla finestra, poi delle grida lungo la strada dei passanti.
Allora immaginavo che, per via del tuo coraggio, invece di attaccare mi avresti intimato di fermarmi, che non potevo farlo, che non aveva senso.
E continuavo immaginarmi a sorridere mentre ti rispondevo con gioia che avevo una paura terribile di quello che stavo per fare ma che arrivato a quel punto non sarei potuto tornare indietro, che qualunque cosa o promessa ci saremmo fatti sarebbe stata solo una parola di troppo strappata dalle tue labbra. E che se da un lato avevo paura dall'altro ero felice perché era terminata la mia indecisione, ed era terminata la mia attesa inconcludente e che forse così la prossima volta avresti pensato meglio se una persona ti sarebbe potuta mancare o no prima di lasciarla.

Poi ho postato harrold the barrel, tutto questo mentre non riuscivo a dormire (conosco questa canzone da decenni oramai, fu la colonna sonora della mia disperazione di tanti anni passati, dove il dolore era generato da una coscienza diversa ma era di tipologia simile, l'utopia di vivere in un luogo più vero di quello che mi circondava).

Mi fa sorridere pensare cosa starai pensando di me, quanto inutile ti starò sembrando, starai lodando il cielo di avermi mollato prima che avessi mandato in malora entrambi.
Mi viene da ridere e nel frattempo da piangere.
Da piangere per la mia sorte miserabile, da ridere per l'enorme fraintendimento che c'è sempre stato nei miei confronti.
Non so se vi è mai accaduto di piangere e ridere contemporaneamente, a me alcune volte, non è una cosa inventata ma succede davvero.
Quello che si sente è un grosso dolore interiore che ci fa piangere, ci fa commiserarci e contemporaneamente ci viene da ridere perché ci si beffa della situazione incredibile in cui ci si è ritrovati, senza scampo alcuno, messi alle strette si finisce col ridere della propria sorte.

Perché tutto quello che a voi sembra inutile per me è fondamentale, perché mi ritrovo da solo ad apprezzare le piccolezze della vita e sento anche che i miei migliori amici non riescono comunque a capirmi, con tutti gli sforzi che facciano. Vedo le persone pensare di me che abbia delle rotelle fuori posto, guardarmi con occhi profondi pensando di me che brutto destino mi sia capitato e non accorgendosi che io li riguardo e penso di loro che siano persone superficiali, che non vadano oltre le apparenze.

Solitamente le persone con problemi comportamentali e relazionali si trovano bene con me, questo perché a differenza degli altri li tratto come persone normali. Questo perché vedo in loro quello che è successo a me, sotto una forma diversa certo, perché io mi sono autoindotto questo stato di inettitudine.
E vedo in loro la capacità di riconoscere la sofferenza nelle persone e la volontà di respingerla perché loro l'hanno sperimentata e la sperimentano ogni giorno. Il cuore può sempre far male, a prescindere da quanto sale in zucca si abbia.

Questa è la mia vita, e non sarebbe neanche così vile se tutto questo patimento non mi stia facendo diventare cieco e frenetico. Non riuscirò più a dividere la mia indole dalla mia coscienza all'atto pratico, sarò egoista, metterò me stesso al primo posto, sarò incapace di riconoscere gli atti di benevolenza che gli altri cercheranno di porgermi per semplice altruismo o perché magari vorrebbero davvero la mia presenza. E quello che succede, stanchezza, autoconservazione, cecità, un ciclo che si ripete, un vortice che ci risucchia e ci porta sempre più in basso fino a quando la nostra morte non avrà più nessun significato per gli altri.

Perché alla fine tutti si scorderanno di noi, tu ti sei già dimenticata di me ad esempio, di me che ancora ieri piangevo mentre cercavo di sognarti. Tu sei importante per me anche se non vorresti esserlo.

sabato, aprile 14, 2018




Perché non voglio odiarti?
Perché non è in nome dell'odio che io sto impiegando così il mio tempo, i miei pensieri, le mie forze.
Non è attraverso l'odio che la mia vita troverà un significato.
Non avrò felicità quando ti avrò eletta a mia nemica, non gioirò se nella tua vita ti accadranno delle sfortune, non gioirò se ti accadranno cose belle.
Non era per odio che ti chiesi se ti io ti potessi piacere almeno un po'.
Ma non posso togliermi di dosso questa sensazione insopportabile di qualcosa di rimosso, di vuoto incolmabile, ogni secondo dentro di me come un bruciore nel petto.

Cos'è l'amore? sto struggendo di dolore per te.
Cosa è cambiato dentro di te in una sera? cosa ti ha fatto ripensare a me in modo diverso, perché ora non stai provando le stesse cose che provo io?
Cosa pensavi che io volessi da te? come fai ad essere così cinica?
Cosa hai visto in me, cosa hai visto nei miei occhi? Ti ho spaventata?
Perché credi che io ti voglia fare del male? perché pensi che non potrei farti del bene? credi davvero che io sia così egoista?
Come descriveresti il bene?

Dimmi cosa devo fare per riaverti con me? dammi una opportunità, chiedimi qualsiasi cosa, non potrò avere rimpianti se mi sarà possibile voltarmi verso il tuo amore.

Non voglio fare niente che possa risultarti meschino, non voglio chiedere ad altre persone di contattarti al mio posto, non voglio cercare di spiarti, non voglio fingermi un altra persona pur di conversare con te, non voglio stressarti cominciandoti a chiamare e contattarti cercando di persuaderti ne fare finta che ho deciso che mi basta la tua amicizia (non ci riuscirei).
Ma come posso muovermi? vorrei partire domani e aspettarti sotto casa con il cuore in mano, ma come la prenderesti? non ho paura del viaggio, della fatica, ho paura di peggiorare la mia situazione nei tuoi confronti.
Non riesco a formulare nessuna strategia, non sono fatto così, non riesco a mentire, non riesco a comportarmi diversamente da come sento.
Ma fai attenzione, questo non vuol dire che non posso cambiare me stesso, non vuol dire che non posso decidere di fare qualcosa al di fuori delle mie abitudini.
Vuol solamente dire che devo riflettere e assecondare qualcosa di nuovo, ti prego sii onesta, lo sai che è la cosa giusta, lo sai che prima prendere una decisione e fare qualcosa non c'è niente di meglio di fermarsi e pensarci su, non è un atto di arroganza ne prepotenza. Se poi a pensare si annette il pensiero degli altri diventa anche un atto di umiltà, ti prego lascia trasparire la verità, non ci offuscare.

Ci siamo conosciuti troppo poco, vorrei poter in qualche modo farti provare le emozioni che provo per te, non esiste che io sappia un mezzo per compiere un'azione simile. Esiste solo la fiducia, l'idea intensa che si stia provando la stessa cosa allo stesso momento. Se non mi aprissi totalmente a te per paura di sbagliare, come faresti a fidarti di me? se non ti avessi dato modo di biasimarmi (ma sono un impiastro, non avrei comunque avuto modo di riuscirci, sappilo), se quel giorno in qualche modo a me sconosciuto io fossi riuscito a sembrarti una persona perfetta sotto ogni aspetto, come avresti potuto ammettere su due piedi di aver avuto ogni elemento per giudicarmi?

Non ti basta sapere che io mi stia rimettendo a te? se nascondessi i miei difetti invece di mostrarteli in quale modo strano potresti desumere che voglia condividere la mia vita e la tua? Ti prego di nuovo di onestà, quella mattina che ti ho fatto di male? sogno ancora tutti i giorni di poterti abbracciare e stringere fino a perdere l'orientamento e l'equilibrio.
Non ti ho fatto niente di diretto, ti ho solo parlato di me, non ti ho costretto a dover sopportare dei miei comportamenti, te li ho messi invece sul tavolo aspettando che tu mi dicessi la tua.

Quella mattina non ho voluto mangiare quello che tu avevi ordinato non perché volessi dimostarti avversione! quando ho visto per un secondo dell'amarezza nel tuo viso ho pensato intensamente che avessi sbagliato, ma la discussione si era già fatta difficile, io non sono una persona brillante, mi dispiace non essere riuscito a farti sentire quello che davvero provavo, sono un imbecille.
Il motivo per cui non l'ho fatto è che una volta volevo sollevarti da quell'onere, non sapevo ancora se tu la stessi prendendo come un voler ogni volta lasciare a te la responsabilità di prendere le decisioni per tutti e due (anche se non ho mai sentito questo, per me era proprio un voler "accettare" qualsiasi cosa tu volessi ma in modo attivo, era un modo per me per dichiararti apertamente la mia disponibilità a condividere con gioia i nostri interessi, non mi hai mai visto triste e infelice mentre mangiavo quello che mi trovavo davanti, perché in quel momento io non stavo sfamando il mio corpo, io stavo sfamando il mio spirito) e allora avevo deciso di fare diversamente una volta, proprio quel giorno, proprio per poterti fare vedere che ero capace di prendere decisioni anche da solo.
Se per solo un secondo avessi capito che volevi fare come al solito, non so descrivere quanto avrei amato trovarmi nella stessa situazione, per me era come poter godere delle tue attenzioni, potevi ordinare anche dei piatti vuoti per me!

Io lo so che ti ho perso, non riesco a darmi pace, mi sei passata davanti, tu, con il resto della mia vita, e io sono dietro un vetro antisfondamento e non posso fare altro che guardare allontanarvi.
Un giorno avrai una famiglia, qualcuno che ti ama e non sarò io, non penserai a me, perché io sono sicuro che una persona così speciale come te non farà nessuna fatica a trovare qualcuno.
Non voglio augurarti che questo non accada, ti meriti tutto ciò di bello che possa esistere, ma sto soffrendo troppo per immaginarti lontana da me, come un astro, poterti osservare a distanza o solo con la mia immaginazione.

Ti prego, ti prego.

venerdì, aprile 13, 2018

Tripolare



Che razza di situazione è questa in cui mi ritrovo?

Sono spettatore delle decisioni esteriori che però riguardano a stretto contatto anche la mia vita e per di più spettatore anche del contrasto interiore causato da questa situazione e che vede in lotta la mia voglia di sopravvivere, l'anima, contro il senso di giustizia, la coscienza, che vuole farmi morire.

E malgrado la mia volontà di non essere partecipe a tutta questa disfatta, devo farmi carico di essere l'interprete e l'esecutore di quanto verrà deciso.
Sarò io a dover farmi scontare la pena e per farlo dovrò essere più insensibile di quanto l'emotività e la razionalità stessa vorrebbero.


È questo il più grosso danno che sto subendo e subirò.


Non tanto decidere che da qualche parte, in qualche luogo, potrà esserci qualche altra donna che potrò accogliere e che vorrà accogliermi pienamente.
Non tanto decidere che nessun altro amore potrà essere più importante del primo, perché in quanto tale debba essere totalizzante.Il grosso problema è che qualunque sia il cammino scelto io mi debba desensibilizzare per poterlo intraprendere.


E sono finito di nuovo in un altro limbo, gettato malamente da chi non ha voluto aiutarmi. Gli ho implorato pietà nella vana speranza che venire a conoscenza di qualche valida motivazione in grado di placare la mia ragione, anche non potendo fermare le emozioni, forse avrebbe evitato questo conflitto interiore. Avrei giocato una partita contro me stesso, sarei stato in grado di spalleggiare l'avversario, ma queste motivazioni mi sono state tristemente precluse.



A voi che non state vivendo nella mia pelle non interessa.

Come è ovvio che sia, quando per salvare qualcuno si è costretti a concedersi, allora i bisogni altrui passano in secondo piano, è fondamentale volersi risparmiare a tutti i costi, conservare se stessi per momenti migliori.


Io non voglio prendere una decisione, sono fermo perché non voglio barattare me stesso con l'apatia, questa condanna che mi viene inferta da anni di non poter esprimere i miei sentimenti spontaneamente ma di doverli rinchiudere dentro di me perché non idonei, mi sta distruggendo.


Io non posso muovermi, non posso nascondermi. Io sento un grido silenzioso nascere da dentro.


Che colpa ho se sono fatto così? Perché devo essere punito se tutto quello che desidero è poter amare ed esere amato senza condizioni?
Cosa devo diventare in nome della sopravvivenza? Io non lo voglio.


giovedì, aprile 12, 2018



Delicate Flame Of Desire - Karnataka

Healing touch
The faith and the feeling that mean so much
In human kind
We see, we learn, we know and we believe, we believe

On different sides
It takes a lifetime to compromise
We take our strength
And understand, a lesson learned so well
We learned it well

Burning brighter
A hazy fascination
Divinity becoming complete
In all our dreams

Surely we will search and we'll find
All the love we need
For ever after
In years to come our paths may cross again
Our destiny

Burning brighter
A hazy fascination
Divinity becoming complete, yeah yeah
Inspiration and the harmony it brings
Shining and tangled in our dreams

Here's where we came in,
Waiting, for the story to begin
We know what it means.
Our worlds will collide
We dream of empty skies
Feel my energy
Take me as I am
When the tears run dry
Then our foolish pride will be a memory
Take me as I am
This rainbow never dies

Hear the sound
We've all come to know as we turn around
And look within
For a sign to show us
Something we can see
And we believe

In every truth we can't deny
Burns a delicate flame of desire
Is it true this rainbow never dies?




La delicata fiamma del desiderio
Tocco ristoratore
La fede e la sensibilità che significano così tanto
per la natura umana
Noi vediamo, impariamo, conosciamo e crediamo, crediamo

D'altro canto
Essa (la fiamma) richiede una vita intera di compromessi
Quindi ci avvaliamo della nostra forza
E capiamo una lezione imparata così bene
La impariamo così bene

Bruciare più luminosi
(essere) Un affascinante nebulosa
La divinità si completa nei nostri sogni

Sicuramente noi cercheremo e troveremo
Tutto l'amore di cui abbiamo bisogno
Per sempre posticipati
Forse negli anni a venire i nostri cammini si incroceranno di nuovo
I nostri destini

Bruciare più luminosi
(essere) Un affascinante nebulosa
La divinità si completa
Ispirazione e armonia ci mantengono
Splendenti e attaccati ai nostri sogni

Ed è qui che noi siamo arrivati
Aspettando che la storia abbia inizio
Sappiamo cosa significa.
I nostri mondi collideranno
Sogneremo cieli vuoti
Senti la mia energia
Prendimi per come sono
Quando i pianti si asciugheranno
E il nostro folle orgoglio sarà un ricordo
Prendimi per come sono
Questo arcobaleno non morirà mai

Ascolta il suono
Dobbiamo tutti sapere quando ci voltiamo
E guardiamo dentro
In cerca di un segno che ci mostri
Qualcosa che possiamo vedere
E crederemo

Non possiamo negare che in ogni verità
Bruci una fiamma delicata del desiderio
È vero che questo arcobaleno mai morirà?



Parafrasi (forse)
Fede e sensibilità ci sono indispensabili per poter compiere quello che ci concerne, quei bisogni che sono innati in noi. Attraverso di essi possiamo credere e quindi vivere nella realtà.

Però assecondare i nostri desideri richiede fatica, compromessi e attraverso questi sforzi che noi impariamo...

Impariamo ad essere indefinitamente luminosi, traiamo il motivo di questa risolutezza nei nostri sogni nella loro eterna irraggiungibilità (e questa sei tu)

Una ricerca così profonda dovrebbe ricompensarci con altrettanto richiesta della nostra presenza da parte degli altri
Siamo sempre in attesa per un giorno in cui forse potremo ricongiungerci e condividere le nostre vite (e questo sono io)

E insieme saremo ancora più luminosi, la nostra aspirazione troverà completamento, il coinvolgimento reciproco ci manterrà passionali

E abbiamo atteso fino ad adesso quello che agognavamo
Ci influenzeremo a vicenda, desidereremo non avere limiti
Ascolta la mia volontà e conoscimi,
Quando smetteremo di causarci sofferenza per motivazioni futili
la nostra vita prenderà a rivoluzionarsi continuamente (cangiante di colori)

Ascolta questo (pre)sentimento
Per poter credere dobbiamo avere il segno che cerchiamo quando ci sforziamo di vederlo.
È solo nella verità che può bruciare intensamente il desiderio (ci è inibito avere passione per le bugie), possiamo credere di poter continuare ad amarci nel cambiamento?




Forse questa canzone ti ricorderà qualcosa, te l'ho già fatta sentire ma di nascosto.
Uno dei video di montagna che ti passai diversi mesi fa, non fu un caso, volevo che tu la sentissi ma non avevo maturato con te quella voglia innocente di scambiare e avevo paura che non l'avresti ascoltata.
Adesso te la ripasso, nella mia speranza vana che tu ti chieda come stia e che voglia provare a cercarmi.
Io ci ho provato e ho trovato qualcosa che ogni tanto mi da qualche segno della tua vita ma mi sento come se ti stessi spiando senza il tuo consenso, non è la mia intenzione, sento la tua mancanza, ho bisogno del tuo contatto.
E non ho paura di dirtelo, non voglio nascondertelo, il motivo per cui non ti chiamo è solo che non posso farlo, ma se lo facessi ti direi qualsiasi cosa.

Ogni volta che ti penso so di aver perso la mia più grossa occasione della vita e che non ti ritroverò più, ogni volta penso che tu fossi esattamente quello che stavo cercando fino ad ora, non posso credere che si sia perso tutto così.
Se esiste qualcosa di soprannaturale, qualcosa che possa connetterci interiormente, prego che questo accada.
Mi sono mostrato a te come sono, ho rischiato di essere rigettato proprio perché non volevo altro che verità fra noi, che niente potesse oscurare il nostro spirito, che potesse porre limite alla nostra iniziativa.

Se sei lì, credimi, mi sono sempre vergognato di ogni cosa nella vita, ho sempre avuto paura di commettere qualche errore, di offendere la persona che avevo di fronte fino a fargli rifiutare la mia presenza, e ho sempre sbagliato!
Non è così che si da la possibilità agli altri di considerarci e in fine volerci, non è chiudendomi che offro alle altre persone il confronto e la comprensione di cui tutti abbiamo bisogno. Non ho il privilegio di cercare per me i consensi degli altri senza mai capire che anche gli altri hanno diritto ad essere fragili e bisognosi quanto lo sono io.
Quel giorno; ti ho detto che non mi vergognavo, te l'ho detto perché volevo essere parte attiva del nostro rapporto, volevo trasportarti con me, ma non sono riuscito a fare trasparire questa mia volontà.

Sono un disastro, ma non voglio accettare la sentenza, non sono ragioni abbastanza grosse per sopire il desiderio che ho per te.
Non voltarti dall'altra parte, io sono qui, sono ancora qui.

mercoledì, aprile 11, 2018

Risvegliandomi dentro al sogno

mi accorgo che posso tornare indietro








In my dream with you - Steve Vai



I'm watchin' you, I'm wantin' you, but you turn away
I'd crawl through broken glass to you, but it wouldn't pay
You take me for a fool, but if you only knew
What I do in my dreams with you

You're so cold and critical, and baby that's too bad
So my reality will have to come to me in my dreams

I know that you belong to me every night, you suddenly appear in my eyes
It happens when I sleep, it isn't right, what I do in my dreams with you
It isn't right what I do in my dreams with you

I love the way you come to me every night
My fantasies are real, and they never lie
If you only knew, what I do in my dreams with you, yeah
It isn't right, Lord knows that it isn't right

The world can make you cynical, with all its love and pain
But I don't have to carry the weight of the world

I know that you belong to me every night, you suddenly appear in my eyes
It happens when I sleep, it isn't right, what I do in my dreams with you
It isn't right what I do in my dreams with you

Baby don't wake me, let me take you on an endless journey
We touch, and the softest kiss explodes with lust, yeah
It's real, you can't deny the heat you feel
And if I die before I wake, baby, that's all right

I know that you belong to me every night, you suddenly appear in my eyes
It happens when I sleep, it isn't right, what I do in my dreams with you
It isn't right what I do in my dreams with you

I know that you belong to me every night, you suddenly appear in my eyes




Nel mio sogno con te



Io ti guardo, io ti voglio, ma tu ti volti altrove
Vorrei trascinarmi verso di te su vetri rotti, ma questo non pagherebbe
Mi prendi per pazzo, ma se solo sapessi
Quello che faccio con te nei miei sogni

Tu sei così fredda e critica, e questo, bambina, è troppo cattivo
Così la mia realtà deve raggiungermi nei miei sogni

So che tu sei mia ogni notte, improvvisamente appari nei miei occhi
Accade quando dormo, e non è giusto, quello che faccio con te nei miei sogni
Non è giusto quello che io faccio con te nei miei sogni

Amo il modo con cui mi sopraggiungi ogni notte
Le mie fantasie sono reali, e loro non mentono mai
Ma se solo sapessi, quello che faccio con te nei miei sogni, si
Non è giusto, il Signore sa che questo non è giusto

Il mondo può renderti cinico, con tutto il suo amore e dolore
Ma io non devo trasportare il peso del mondo

Bambina non svegliarmi, lascia che ti accompagni in un viaggio senza fine
Ci tocchiamo, e il bacio più soffice esplode di desiderio, si
È reale, non puoi negare il calore che senti

E se morissi prima di svegliarmi, bambina, andrebbe bene

lunedì, aprile 09, 2018

Senza nessuno scampo, l'esperimento




Mario stava guardando l'orologio, segnava le sei e mezza di mattina.
In realtà non voleva alzarsi, non voleva vestirsi e non voleva uscire ma non aveva scelta.

Era nuvoloso, uno di quei giorni grigi dove il sole non esiste che per diffusione indiretta e dove il tempo sembrava volere rimanere fermo indefinitivamente alla stessa ora.
Fuori era umido, tanto umido che la nebbia faceva grondare gli oggetti come se ci fosse piovuto sopra, la sensazione era quella che l'acqua venisse prodotta dal nulla, condensata addosso e si staccasse da se.
Non era neanche così freddo, in realtà la temperatura esterna era molto simile a quella interna, per cui l'unico vero fastidio era questa incessante mancanza di delimitazione degli spazi personali.

Il cervello di Mario si focalizzava su questi particolari nel tentativo di scappare via dalla propria responsabilità, ma inevitabilmente rimaneva focalizzato su questo grande dilemma che non riusciva a risolvere.
Le aveva provate tutte per farsi una ragione, ma la realtà è che ciò che Mario voleva non era realizzabile.
Il suo pensiero rimaneva quindi indissolubile, incapace di distogliersi dalla sua attenzione e incapace di modificarne le sembianze.

Nelle sue tasche Mario aveva riposto della carne secca, accuratamente riposta dentro un sacchetto di plastica.
Il paesino in cui viveva era abbastanza piccolo da non dover richiedere ai propri cittadini uno stretto regolamento di sopravvivenza. Ognuno viveva la sua vita più o meno indifferentemente e lasciava vivere quella degli altri. Così era per le persone, così era per gli animali.
Randagi ce ne erano molti, tiravano a campare mangiando i rimasugli di cibo trovati in giro, nessuno si preoccupava di cosa facessero in giro né di quando comparissero e scomparissero periodicamente.
In fondo la vita di un animale selvaggio è affidata al caso.

Mario intravise un cucciolone accovacciato sotto una tettoia. Doveva essere un incrocio con qualche pastore tedesco visto che ne conservava la corpulenza.
L'uomo si compiacque per un momento, i cuccioli sono sempre più socievoli, è un tratto istintivo innato poiché dall'apprendimento dipende la loro sopravvivenza.
Tirò fuori dalla sua giacca di feltro oramai intrisa di acqua alcuni pezzetti di carne e li diresse verso Polk (lo chiameremo così per comodità).
Perché si continua a pensare alle giacche di feltro come dei tessuti idonei al cattivo tempo non ce lo possiamo spiegare ma Polk accettò di buon grado di bagnarsi allo stesso modo facendosi stanare, si avvicinò, guardò con attenzione l'esca, l'annusò, e poi la tolse dalla mano di Mario con un morso.

Mentre masticava, il cane lasciò cadere qualche lembo a terra senza preoccuparsene, sapeva che l'avrebbe ripreso poco dopo.
Mario nel frattempo si azzardò ad accarezzarlo su una guancia e fortunatamente ci riuscì senza sforzo.
Mentre lo accarezzava avvicinò il suo volto all'animale per proferirgli "ciao bello, oggi mi servirà il tuo aiuto per capire qualche cosa, lo so' che non ti dovrei chiedere questo favore ma ogni giorno, ognuno di noi è funzionale a qualcosa che gli è più o meno nota".

Gli occhi di Polk erano abbastanza vispi malgrado il brutto tempo, erano ancora enigmatici verso l'uomo ma sembravano interessati a seguirlo, almeno per ora.
Quando l'uomo si spostò, il cane cominciò quindi stargli alle calcagna.
L'uomo parlucchiava a vanvera e ogni tanto gli passava un pezzetto di carne, il cane lo seguiva, dapprima sulla strada, poi dentro ad un cortile, poi su per un torrione di scale di un condominio fino ad arrivare su ad una terrazza condominiale.

Attraversarono la porta che li divideva dalla terrazza e Mario se la richiuse dietro. Il cane ancora lo seguiva senza porre molta attenzione a tutto il resto.
La terrazza era piccola, abbastanza da non concedere ai due di perdersi di vista ma non così tanto da costringerli in pochi mq.
Avevano abbastanza capacità di movimento da potersi tenere a distanza.

Mario estrasse l'ultimo pezzetto di carne e lo porse a Polk che anche questa volta accettò di buon grado.
"Beh, amico mio, siamo arrivati adesso, forse tu potrai farmi capire cosa sta succedendo, forse potrai spiegarmelo in qualche modo".
Mentre lo diceva Mario guardava benevolo il cane.

E anche il cane lo osservava, concentrando le sue attenzioni, conservando ancora il suo sguardo interrogativo.
Mario era sicuro che quando le altre persone dubitavano dell'intelligenza degli animali in realtà stavano mettendo in dubbio solo la propria, Mario era sicuro che un animale per sopravvivere doveva essere in grado di percepire gli eventi esterni, esaminare e rielaborare sotto forma di informazione quanto assimilato e comportarsi di conseguenza.
Magari poteva essere un processo non altrettanto raffinato di quanto si era abituati ad eseguire, ma era indubbio che doveva avere la stessa origine.

Mario si sedette e continuò a guardare il cane, non faceva altro.
Anche il cane continuava a guardarlo.
Passarono diversi minuti, il cane strizzava gli occhi e mentre lo faceva lasciava grondare la rugiada ai lati degli occhi, come fossero lacrime.

Mario instancabilmente continuava nel suo compito, il cane invece, dopo diverse decine di minuti, prese alternativamente a guardarsi attorno oltre che all'uomo.
In quel momento probabilmente la sua intelligenza gli stava suggerendo che era importante cominciare ad acquisire altre informazioni circostanti, perché le attuali cominciavano ad essere insufficienti.

Invece Mario si dimostrava più stupido e continuava a guardare avidamente il cane.

Passo altro tempo, il cane prese a spostarsi, indietreggiava e guardava in giro per sempre più tempo. Cominciò a spostarsi in altre direzioni anche camminando in avanti e dando le spalle all'uomo.
Alla fine arrivò ad uno dei bordi della terrazza. Il muretto che divideva dal salto non era molto alto, forse 50 o 60 cm, comunque abbastanza da permettere a Polk di guardare sotto.
Oramai il cane aveva perso interesse per Mario e si stava accertando di cosa vi fosse nell'area del terrazzo. Esso annusava anche, ma probabilmente non serviva a molto dato il luogo e il meteo.

Fermatosi per un po' di tempo, il cane riprese a  girare. Percorse in lungo e in largo il terrazzo, guardò tutti i margini della terrazza, continuò ad annusare pezzi del pavimento, si fermò a guardare più volte la porta di ferro da dove erano entrati.
Alla fine delle infruttuose ricerche tornò da Mario con atteggiamento sconsolato, testa bassa, muso inclinato, pupille puntate verso l'alto a guardare il volto di Mario che era ancora mezzo seduto sui talloni.

Polk aspettava qualcosa, e per sottolineare l'attesa alla fine tocco una gamba di Mario con il naso, in quel caso non più umido di qualsiasi cosa ci fosse lì.
Mario riaprì bocca: "Mi spiace, purtroppo l'esperimento è appena cominciato, non avrai da me nessuna risposta".
Detto questo Mario sgranchì leggermente le sue vecchie gambe, rantolò fra se e se e si diresse lungo uno dei muretti.
Si sedette con gli avambracci poggiati sopra le ginocchia in modo da lasciare penzoloni le braccia fra le gambe.
Il cane lo guardò e poi lo seguì, di nuovo riavvicinò il naso all'uomo, alle sue mani.

Mario guardava in silenzio.
Polk aprì la bocca e rantolò  anche lui qualcosa che poteva sembrare un abbaio smorzato e poi si leccò una guancia con la lingua.
Guardò di nuovo l'uomo, incrociò una alla volta le gambe di davanti e alla fine si sedette.

Il tempo passava, il cane guardava in basso, faceva come se volesse dormire, poi riguardava in alto e poi ripartiva.
Mario continuava ad essere assorto.

Passavano le ore, faceva buio.
Il cane si rialzò di nuovo per una breve ispezione, poi si fermò a guardare sotto, ogni tanto si girava a guardare Mario e poi guardava ancora sotto, poi abbaiava.
Sembrava che si stesse innervosendo un po' perché cominciò a correre disegnando diagonali da un bordo all'altro.
Era intento a cercare movimento nei pezzi di strada che spuntavano sottostanti in mezzo alla nebbia ancora copiosa.

Mario, dolorante, era ancora fermo guardare.
Il cane nella foga alla fine lo travolse, provò a mordergli un pezzo di giacca per provocare una sua reazione, lo strattonò, poi corse di nuovo via e si mise ad abbagliargli.
Poi si fermò a mezza distanza ancora a guardarlo.

Oramai era notte, non c'erano stelle, non era buio pesto ma per gli occhi di un uomo oramai la luce permetteva di scorgere solo sagome a pochi metri di distanza.
L'aria si era leggermente asciugata.
Mario fece scendere il suo sedere a terra e poi si distese di lato, continuò ad osservare la silhouette del cane.

Il cane cominciò a vorticare attorno a se qualche volta, poi andò verso la porta d'ingresso e cominciò a colpirla a grattarla con le unghie generando zampetii e suoni stridenti che provocavano grima fin dentro l'anima di Mario.

In realtà Mario si sentiva in colpa, non voleva impersonare il carceriere dello sventurato Polk, ma la sua mente non gli consentiva di rinunciare.
Mario voleva capire come avrebbe reagito il cane, la mente razionale di un animale ad una situazione irrisolvibile come era la sua da diverso tempo a questa parte.

Voleva vedere una forma di vita più semplice farsi strada nel dubbio. Voleva vedere un modello, una riproduzione in scala dell'impossibilità, dell'indecidibilità che lo attanagliava.

Il cane ogni tanto si assopiva, ogni tanto sembrava piangere e impazzire, ogni tanto sembrava volesse buttarsi giù e ogni tanto cercare di imparare velocemente la ferocia verso l'uomo che la sua giovane età non gli aveva ancora insegnato.

Era notte fonda e Mario cominciò a farfugliare piano.
"Dentro di me volevo fare la stessa cosa, trasformare in movimento l'angoscia, arrampicarmi sui muri, colpire gli oggetti, gridare, scalmanarmi, prendere provvedimenti totalmente casuali a quanto mi stava accadendo.
Eppure non l'ho fatto, non so' cosa dentro di me ha deciso di imprigionare la mia furia, cosa ha deciso che dovevo morire dentro.
Tu ti stai ancora contorcendo in preda agli spasmi, è il tuo corpo stesso che non accetta la condizione in cui ti trovi."
"Riesci a percepire la mia presenza, ti interroghi sul perché io non faccia nulla per reagire alle tue proteste. Non posso sapere se non sei riuscito a realizzare che sia stato io a decidere di portarti qui, però ti accorgi di avere davanti a te un essere senziente che però non ti degna della sua partecipazione alle tue questioni".
"Razionale, tu non sei razionale, cedi ai tuoi istinti, alla fine io concesi al mio osservatore la libertà di ignorarmi, di non fare suoi i miei problemi.
Ho lasciato irrigidirsi il mio corpo similmente a quanto rigido fosse diventato il mio spazio di movimento"
"Tu invece, non so se sia più o meno degno il tuo comportamento, so solo che a differenza mia non ti lasci sommessamente sovrastare dalla situazione.
Quando a me non è stata lasciata nessuna speranza, allo stesso modo non è stato seguito un pensiero razionale ma l'istinto che ha occultato sapientemente le vere ragioni di questa decisione.
Adesso che non te ne sto lasciando io, la mia razionalità mi dice che, qualunque cosa sia quello che io farò in questo momento, la mia condizione di sofferenza non verrà tramutata in nessun modo. Che io ti lasci andare, che io ti blocchi qui o ci blocchi entrambi, che ti faccia violenza, che ti permetta di perpetrarmela, che me ne faccia da solo, sarò sempre rinchiuso nella mia realtà. L'unica differenza è che tu sei un animale, che lo sei stato, che non hai lasciato spazio alla razionalità."
"Tu mi hai ucciso per un impeto di rabbia, io lo sto facendo perché so che con la mia razionalità non arriverò a niente".

In effetti, non si capiva più a chi si stesse realmente rivolgendo Mario.
Il cane ogni tanto si sdraiava lungo il bordo del torrione lasciando cadere lo sguardo in basso, con la testa fra le gambe.
Ogni tanto si alzava e lasciava scivolare una delle gambe di dietro lungo in bordo.

Dentro di se Mario sperava che Polk si sarebbe buttato, dentro di se Mario si prometteva che avrebbe fatto la stessa cosa se questo sarebbe accaduto.
Ma il cane poteva resistere più dell'uomo.

Passava ancora il tempo e le idee di mario diventarono sempre più confuse, meno lucide.
Oltretutto la sua struttura non gli consentiva di vivere fuori allo stesso modo di Polk.

Cosa lo fece addormentare sul bordo del precipizio e cosa lo fece cadere giù non riuscì a saperlo. Se fosse stato lo stesso Polk a spingerlo oppure la misericordia di un angelo.
Ma l'eco dell'accaduto fece si che alla fine qualcuno andò a salvare il cane.




sabato, aprile 07, 2018

Sono stremato, ho gli occhi che si chiudono, ma dover scrivere sta diventando una malattia (sarebbe bello se succedesse davvero, in realtà la mia malattia sta diventando sfogarmi in questo modo).
Questa sera ho confessato tutto o quasi ad uno dei miei migliori amici, cose davvero intime che però ho voluto buttare fuori perché probabilmente il mio corpo sta ancora cercando di tentarle tutte per cambiare.
Mi spiace averlo fatto, nei tuoi confronti è stato uno sbaglio perché non sono cose mie, sono cose mie che coinvolgono anche te.
Ma ti giuro che se avessi la forza di farlo in questo momento salterei dalla finestra pur di fare qualcosa di diverso in grado di modificare l'attuale stato immoto delle cose.
E dopo tutto questo c continuo a sognarti, è proprio un guaio, ma almeno è bello sentirsi desiderata da qualcuno anche se è qualcuno che non vuoi? sapere che corrispondi alla cosa giusta per lui?

Scappo, ti do simbolicamente un bacio, ciao Sté

venerdì, aprile 06, 2018

Replica

E pure oggi ti voglio scrivere, anche se prob. non te ne fotte un cazzo (sì, non è una svista, se mai leggerai ho voglia di offenderti un po', questo perché non sono un santo e credo sia corretto lasciare che anche io possa ribellarmi alla cattiveria ogni tanto).


Riflettevo sulla dolcezza, ti ho detto che eri come pensavo, dolce e passionale e adesso mi viene da pensare.
È mai possibile che sia considerato normale lasciare soffrire noi uomini in modo così truce? Io ho sempre avuto paura di mostrare agli altri la mia sensibilità, perché oggi in molti ambiti se ti mostri debole potresti essere discriminato.
Eppure non hai battuto ciglio, per quanto ti abbia scritto del mio stato, l'unica cosa che ho ottenuto è stato vedermi offrire la tua "comprensione", il tuo "supporto" per qualcosa che anche tu avevi contribuito a causare.
E questo neanche dall'inizio, dove sembrava che addirittura volessi semplicemente smettere di parlarmi, poi sei tornata indietro sui tuoi passi ma ho dovuto confessarti il mio disprezzo per il tuo comportamento, ed è stato un fraintendimento perché in realtà io stavo davvero per vomitare, non era un atto simbolico.
Eppure hai continuato a ignorare quello che ti chiedessi, anche se lo negavi.
Ho paura che tu non abbia fatto altro che cercare di lavarti la coscienza.
Quello che trasparirà da questo messaggio è rabbia, ma in realtà non riesco a odiarti, non ci riesco, per quanto tu sia stata egoista.
Una volta ti ho detto che avevo l'impressione che i tuoi approcci alla solidarietà sembravano come se volessi complicare il pane. Io capisco che a volte non sia spontaneo essere buoni perché richieda degli sforzi e dei sacrifici, ma da li a rendere così artificiosa questa condotta, ecco cosa rischi, rischi di aver frainteso, di aver completamente mancato la bontà d'animo che contraddistingue la solidarietà.
Scusa se sono così diretto ma, io non ti avrei mai lasciata soffrire così e non l'avrei fatto per nessun altro, ora vienimi a dire che per me è più facile visto che sono una persona bistrattata e maltenuta. Dimmelo che le persone non hanno un occhio di riguardo per me e che quindi io sono cresciuto con questo bisogno di essere accettato e benvoluto. Dimmelo seriamente che è giusto così,  che in fondo mi merito di non essere considerato, che devo accontentarmi del tuo abbandono e che anzi ho avuto anche troppo da te.
Non riesco ad odiarti ma collezionare tanta cattiveria nei miei confronti non mi rende felice (come tu mi hai colpevolizzato di non essere). Io sono un uomo e sono indifeso, emotivamente indifeso, non c'è nessun modo con cui possa reagire e il motivo è proprio il fatto che non ti posso odiare, che continuo ad amarti, che a tua differenza mi interessa di te.



Sono il sesso debole perché non posso fare a meno di te e questo mi lascia alla tua mercé, come la legge della domanda e offerta, diventa tutta una compravendita di sentimenti, qualcosa di contrattuale (strano che dentro di me ne fossi già accorto quella fatidica mattina, inconsciamente) e ti consente cinicamente di esaminare i tuoi interessi prima di lasciarmi entrare.
Non amarmi perché vivo all'ombra, non amarmi per cambiare il mondo tanto il mondo non si cambia e siamo tutti specchi, fatti per guardarsi e diventare soli e vecchi.
Non amarmi perché vivo all'ombra, ricacciato nell'oscurità, rifiutato dalla luce del sole, sono solo un pover uomo insignificante. Troverai qualcuno più importante e migliore di me nella tua vita pronto ad occupare il posto al tuo fianco. Potrai sceglierne un altro.

Mi viene da piangere, sono io il debole, sono io quello che si dispiace, sono io quello inabile, inerme, incapace di reagire. Sono io quello inutile, rimpiazzabile, una fottuta replica.


Replica - Fear Factory -

There is no love
I am a duplication
Innocently
I was conceived
So violently
There was no love
There was no love for me
There was only hatred

I am rape
I am hate
I am rape
I am hate

Every day I feel anonymous hate
Forever in the shadow of disgrace

I am rape
I am hate
I am rape
I am hate

Filled with pain
A bruised and darknened soul
Spare me from the
Life that's full of misery

I don't want to live that way
I don't want to live that way

There is no love

Every day I feel anonymous hate
Forever in the shadow of disgrace

I am rape
I am hate
I am rape
I am hate

Filled with pain
A bruised and darkened soul
Spare me from the
Life that's full of misery

I am so filled with pain
A bruised and darkened soul
Spare me from the
Life that's full of misery

I don't want to live that way
I don't want to live that way

I am so filled with pain
A bruised and darkened soul
Spare me from the
Life that's full of misery

Spare me from the
Life that's full of pain
Spare me from the
Life that's full of pain

I don't want to live that way
I don't want to live that way




Replicante

Non c'è amore
Io sono una copia innocente
Sono stato concepito con tanta violenza
Non c'era amore per me
Solamente odio

Sono stuprato
Sono odiato

Ogni giorno sento odio diffuso
Per sempre nell'ombra della disgrazia

Riempito di dolore
Un'anima ferita e oscurata
Risparmiami da questa vita piena di miseria


Non voglio vivere in questo modo

Non c'è amore




Sono una persona qualsiasi irrilevante,
tenuta in conto solo per interesse
senza nessun amore
sfruttato e disprezzato
continuo a produrre odio confinato nella mia solitudine
pieno di dolore non ho più voglia di vivere in questo stato di miseria
non voglio vivere in un mondo privo di amore

Ah già... scusa per la negatività, è sbagliato essere onesti se questo costa l'uscita di stile.

giovedì, aprile 05, 2018

Perché vuoi che ti dimentichi?
Chi ha deciso che quello che abbiamo provato non è abbastanza bello da non meritare di essere fluito?
E cosa devo aspettare di migliore?

Domande che non avranno risposta ad affermazioni che si pronunciano per dare un senso a quello che non lo ha.

È stupido voler rimuovere il significato dalla propria vita perché si è persa una singola cosa, è ovvio che ci sarà dell'altro in seguito, ma chi sceglie quanto sia importante per noi una cosa? se è stato cosi facile declassarne il valore, in quale momento potrò decidere che questa non sia stata "abbastanza" (per cosa?) importante e continuare a pensare che ce ne saranno altre più importanti in futuro?. Se mi riesce così facile essere ingrato, in futuro non ci sarà niente di meglio di quello che c'è già stato in precedenza.

Le persone cominciano a guardami con sguardo interrogativo, non riesco più a nascondere il mio stato emotivo, mi sembra di vivere da tempo immemore in uno stato di semi senzienza privo della capacità di rendermi conto della ragione che mi obbliga alla prigionia, come se la mia realtà sia invariabilmente questa, come una bolla di sapone dentro una bolla di sapone, come se subire percosse sia diventato naturale e sopportabile, qualcosa che mi è dovuto perché così è.

Ed è inutile che continuo a pensare che chi non vuole non merita, perché anche meritando non avrò mai.


...

...

Mi sono addormentato mentre scrivevo, devo aver dormito un ora credo, e nel frattempo ero metà nel sogno e metà vigile, chissà perché quello stato mi piace così tanto, forse perché durante il sogno riesco ad illudermi di essere fuori.

Ad ogni modo, sono ancora in bilico, senza una risposta e questo è uno dei post più vuoti che abbia mai scritto.
Ma va bene così, questo blog è nato perché io potessi essere me stesso e descrivere il mio stato emotivo, non è nient'altro, ne una vetrina dove elogiare me stesso, né uno spazio di stampo tecnico.
Solo sensazioni e pensieri e così deve rimanere.


La rigidezza dentro ad un vortice mellifluo


Ma va' là! non l'avrei mai detto che fosse una strada ben battuta, non sono un genio, non sono nato prima di nessuno!
Adesso mi toccherà trovare un altra idea più originale XD

martedì, aprile 03, 2018

Passo ma non chiudo

Perché vuoi che ti dimentichi?
Chi ha deciso che quello che abbiamo provato non è abbastanza bello da non meritare di essere fluito?
E cosa devo aspettare di migliore?

Domande che non avranno risposta ad affermazioni che si pronunciano per dare un senso a quello che non lo ha.

È stupido voler rimuovere il significato dalla propria vita perché si è persa una singola cosa, è ovvio che ci sarà dell'altro in seguito, ma chi sceglie quanto sia importante per noi una cosa? se è stato cosi facile declassarne il valore, in quale momento posso decidere che questa non sia stata "abbastanza" (per cosa?) importante e continuare a pensare che ce ne saranno altre più importanti in futuro. Se mi riesce così facile essere ingrato, in futuro non ci sarà niente di meglio di quello che c'è stato.

Le persone cominciano a guardami con sguardo interrogativo, non riesco più a nascondere il mio stato emotivo, mi sembra di vivere da tempo immemore in uno stato di semi senzienza privo della capacità di rendermi conto della ragione che mi obbliga alla prigionia, come se la mia realtà sia invariabilmente questa, come una bolla di sapone dentro una bolla di sapone, come se subire percosse sia diventato naturale e sopportabile, qualcosa che mi è dovuto perché così è.

Ed è inutile che continuo a pensare che chi non vuole non merita, perché anche meritando non avrò mai.



...

Mi sono addormentato mentre scrivevo, devo aver dormito un ora credo, e nel frattempo ero metà nel sogno e metà vigile, chissà perché quello stato mi piace così tanto, forse perché durante il sogno riesco ad illudermi di essere fuori.

Ad ogni modo, sono ancora in bilico, senza una risposta e questo è uno dei post più vuoti che abbia mai scritto.
Ma va bene così, questo blog è nato perché io potessi essere me stesso e descrivere il mio stato emotivo, non è nient'altro, ne una vetrina dove elogiare me stesso, né uno spazio di stampo tecnico.
Solo sensazioni e pensieri e così deve rimanere.


lunedì, aprile 02, 2018

Dobbiamo trovare una soluzione a tutto questo

Piccola digressione da quello che è oramai il mio pensiero fisso quotidiano (sì, sono senza speranza).
Oggi parlavo con uno dei miei coinquilini, mi piace ascoltarlo parlare perché ha una visione molto disillusa della vita, ma sotto sotto spera ancora come me che ci qualcosa di buono per cui valga la pena continuare a combattere.
Dopo un oretta, forse quasi due di conversazione, ci siamo lasciati alle nostre camere, mi ha fatto vedere questa immagine:



Che al culmine del nostro discorso probabilmente descriveva la nostra situazione, di persone che non riescono ad adattarsi.
E noi dobbiamo risolvere questa situazione.
Non nego che alle volte ho voglia di non pensare, di buttarmi in mezzo alle persone e provocarle e aspettare che qualcosa di nuovo si faccia spazio fra le mie esperienze.
Ovviamente per fare questo devo lasciare il mio bagaglio di esperienze a casa, che mi ha insegnato come comportarsi, cosa non fare, ma forse è proprio quello che mi serve, ho paura che possano venire cose non buone da questo comportamento, ma in fondo è un rischio che mi sono sempre preso nelle mie prime volte, non vedo perché adesso dovrei evitare di correrlo.

Questa sera volevo tentare la traduzione di una canzone di cui non trovo il testo trascritto, forse una missione un po' epica per me che non sempre capisco o conosco tutto quello che sento con le orecchie, peró ho rimandato, tanto ho come l'impressione che avró ancora tanto tempo per crogiolarmi nella mia disperazione e mordermi la coda.

Invece mi concentrerò su un'altra situazione:



È oramai passato più di un anno da quando ci siamo conosciuti, questa canzone che ci scambiammo la scorsa pasqua me ne ha fatto accorgere.
Ci siamo visti una sola volta, ho inteso dai tuoi occhi la tua forte voglia di trovare espressione di te stessa, ma come al solito mi sono ritirato nella mia ombra, nel tentativo di non ledere le belle cose a cui mi sento inadeguato, magari non avrei neanche la capacità di farlo e quindi non ci provo per impotenza, ma vaffanculo, lo so che non è così, non posso continuare a mentire per trovare una scusa più confortevole ai miei insuccessi.
La verità è che vi amo tutti, e la mia intensa rabbia e scontrositá è generata dall'impossibilia di trattenervi.
E non è colpa vostra, in fondo sono l'unico responsabile della realizzazione delle mie volontà.
Ti ho detto qualche volta che ho passato gran parte della mia vita a cercare amicizie su internet perché probabilmente ero inadatto a vivere rapporti umani di persona o forse ero sfavorito dalle situazioni.
Ti ho detto che ad un certo punto mi sono stufato di farlo perché mi sentivo solamente sempre piú solo, soprattutto quando qualcuno alla fine lo trovavo ma la distanza non permetteva di frequentarci dal vero, e quindi sentire ancora più ingiusta la mia condizione di solitudine.
Ma io devo fare pace con te, non è vero che non desidero avere un rapporto di amicizia con te perché in fondo ci conosciamo solo su internet.
La veritá é totalmente opposta, la mia paura è che il mio modo squilibrato di volere l'amicizia, di cercare lo scambio smodato delle sensazioni invece di farti avvicinare a me mi farebbe perderti, e sarebbe solo l'ennesima persona da aggiungere ai frammenti di cuore che ho perso lungo la strada.
Perché quando vi conosco assumo qualcosa di voi, lo faccio mio e quando vi perdo sento di aver perso qualcosa che ha partecipato a generarmi e qualcosa che dovró perdere per tornare alla normalitá.



Come avresti preso se ti avessi detto che non volevo diventare tuo amico perché poi avrei sentito la tua mancanza quando ci saremmo divisi? adesso siamo divisi, io percepisco il tuo distacco, era quello che non volevo accadesse anche se non ho avuto la forza di dirti che dovevamo smettere di sentirci perché io non ho mezze misure con gli affetti.

Qualsiasi cosa succederà adesso, ti voglio bene, anche solo per quello che rappresenti, la gioia, la giocositá, la voglia di mettersi in gioco, perché in fondo anche tu ti mostri un po' impacciata alle vicissutidini.
Loro non sanno che è solo un sintomo di apertura, "ho paura di fare perché mi interpello sul risultato degli sbagli che potrei commettere, allora mi espongo come essere inetto, aspettando che qualcuno spontaneamente si dedichi al mio aiuto", ed ecco che ho realizzato un legame.
È per questo che adoro guardare le persone goffe, perché spesso nascondono questo desiderio di voler essere coinvolti, insito in loro, ed è per questo che voglio bene anche a te, perché sappiamo bene entrambi che non sei un inetta e che non avresti il bisogno di mostrarti insicura e indecisa o spaventata, ma che è una tua precisa scelta.



Ed è per questo che, quando mi hai detto che soffri la carenza di amici veri ho avuto un piccolo sussulto, tu? perché?!?  come? quando??
Con tutta la simpatia che riesci a suscitarmi non ho potuto limitarmi nel mostrarti il mio scetticismo, e poi ti ho detto che in tal caso dovresti offrire più opportunità agli altri di conoscerti.

Tanti auguri a te quindi, non credo negli eventi popolari, non credo nella religione, ma credo nei buoni intenti, ed è per questo che ti auguro Buona Pasqua, perché non si festeggia la rinascitá di gesù, ma l'arrivo della primavera, la rinascita rigogliosa della natura, delle emozioni.
Saluti a te piccola giovane :)