Nella casa di vetro

mercoledì, aprile 17, 2019

Ricerca inconcludente


Per me stai smettendo di essere una persona che discerne o per lo meno che ha smesso di rendermi partecipe dei tuoi intendimenti. In breve quindi stai diventando insignificante per quanto tu non lo sia mai stata, per quanto le tue idee mai mi furono indifferenti quando con me condivise, smetti di essere importante.
E ogni pensiero che ti rivolgo mi allontana da te perché tutte le risposte che posso darmi sono evidentemente sempre più lontane dalle realtà, impossibilitate a percepirti.
Faccio finta di sapere che questo sia un processo casuale, in qualche modo mi adatto e cerco di cauterizzarmi dalle conseguenze da esso comportate.
Così dico e così muoio.



Sound Chaser - Yes

Faster moment spent spread tales of change within the sound,
Counting form through rhythm electric freedom
Moves to counterbalance stars expound our conscience
All to know and see the look in your eyes.

Passing time will reach as nature relays to set the scene,
New encounters spark a true fruition,
Guiding lines we touch them, our bodies balance out the waves
As we accelerate our days to the look in your eyes.

From the moment I reached out to hold, I felt a sound,
And what touches our soul slowly moves as touch rebounds.
And to know that tempo will continue
Lost in trance of dances as rhythm takes another turn,
As is my want, I only reach to look in your eyes.


Cercatore del suono

Istanti spesi dispiegano racconti di cambiamenti nel suono,
Considerando la forma attraverso liberi ritmi elettrici
Muoversi per controbilanciare le stelle espone le nostre coscienze
Tutto per conoscere e guardare lo sguardo nei tuoi occhi.

Il tempo trascorso per natura giungerà a ricollocare la scena,
Nuovi incontri scateneranno la vera esperienza,
Linee guida tangibili, i nostri corpi equilibreranno le onde
In modo da accellerare il tempo necessario per guardare nei tuoi occhi.

Dal momento che mi sono fermato per ascoltare, ho sentito un suono,
E quello che tocca le nostre anime si muove lentamente come il tocco che si ripercuote.
E sapere che questo tempo continuerà a incedere
Ci farà perdere nella danza come il ritmo che si appropria di un altro turno,
E come ciò che desidero, avanzo solo per guardare nei tuoi occhi.


mercoledì, aprile 10, 2019

Revisione



Freddo e calcolatore, si dice intendendo qualcosa di spiacevole in una persona, cioé l'incapacità o meglio la capacità di mettere da parte l'emotività e riflettere senza considerare nessuna affezione, si dice quindi di persone anaffettive.
Una parte della mia mente è capace di questa caratteristica ma poi sono tutte proiezioni, sono comportamenti che alla fine difficilmente riesco a mettere in pratica se non in casi di emergenza.
Non toglie che fare calcoli può essere piacevole, ad esempio stavo pensando a quante possibilità ho io di uscire illeso da una delle solite questioni.

Delineandola sono io che sono affezionato ad una persona che però non ricambia.
Ho provato a scriverle molto ma l'effetto è stato contrario, ho ottenuto sempre meno risposte giustificate da impegni insormontabili e da difficoltà emotive.
Posso crederci? in parte, so che è possibile ignorare reiteratamente una persona ma solitamente questo fare è maligno, non ha nulla a che vedere con la memoria se è chi di interesse a ricordarci della sua stessa esistenza.

Ho provato quindi a staccare i rapporti come faccio sempre ma la cosa non ha funzionato perché mi è stato fatto notare che non dovrei prendermi la prerogativa di decidere da solo se continuare o meno un rapporto interpersonale. È vero, e devo dire che mi ha fatto molto piacere leggere questa risposta, quando prendo questi provvedimenti lo faccio sia per proteggermi da inutili patimenti sia per vedere se dall'altra parte c'è un sentimento di repulsione per il distacco, la voglia di sentirmi ancora e quindi dell'affezione. Devo dire che a parte questo caso nessuna persona mi ha mai chiesto di fare un passo indietro e quindi ho gioiosamente chiesto scusa e ho rivelato anche quest'altra parte di me.

Ma le cose non sono cambiate, non c'è stata una maggiore presa di coscienza, non è stato compreso che un rapporto che si desidera non vedersi concludere vada coltivato in qualche modo.

L'ultimo suo messaggio l'ho ricevuto un mese fa, se ottimisticamente oggi mi dovesse scrivere (cosa di cui dubito fortemente) dovrei tener conto di circa 12 messaggi all'anno, che vuol dire un rapporto che non fiorirà mai.
È molto peggio di quando potevamo vederci una sola volta a settimana al lavoro e ci esternavamo (ma forse ero io solo a crederlo) di sentire la nostra mancanza.

E volendo esporre un'altra mia debolezza, io non sono di certo la persona che durante questo tempo non è rimasta in attesa, continuo ogni giorno a rinnovare la tua memoria con tutti gli effetti negativi causati dall'evidente tua mancanza.
Non ho smesso di pensarti perché il capitolo non è chiuso, sono arrivato a credere che dentro di te ci sia qualcosa di più che negli altri e questo mi ha reso felice in un primo momento mentre adesso mi sta facendo soffrire ancora di più.
Ti ho fatto spontaneamente una promessa che voglio mantenere e questo acquisce ancora di più il mio trasporto emotivo.

Quali sono quindi le mie opportunità di uscire illeso da questa storia?

1) Torno di nuovo indietro sui miei passi, ti scrivo che non riesco ad aspettare così tanto per quanto mi sforzi e che è meglio non sentirci più?
non lo voglio fare, considero quella strada già tentata, non mi sembra corretto rimangiarmi le parole.

2) Subissarti di messaggi
inutile, non mi rispondi quando ho tanta pazienza di aspettare, con molti messaggi avresti il pretesto per ignorarmi e poter dire che ti infastidisco. Volendo essere franchi reputo ipocrita questo comportamento, a me non dispiace se qualcuno a cui voglio bene dimostri di avere tanta voglia di parlarmi, al più posso dire di non avere sempre tempo per rispondere, ma le misure sono ben altre.
Inoltre parlandoti di più sarei più preso dalla questione.

3) Farmi odiare condendo i miei discorsi con del turpiloquio
neanche da considerare, dispiacerebbe più a me che a te

4) Ti ignoro, faccio finta che non esisti
è un altra cosa che non riuscirei a fare, è come se sento che c'è qualcosa di inconcluso, io odio la sensazione delle cose lasciate a loro stesse. Forse perché mi sento io stesso trattato così, abbandonato, trascurato, forse perché credo che la bellezza è nella cura, nell'attenzione che le persone rivolgono ai loro interessi, forse perché considero la trascuratezza uno dei miei mali. Se dovessi arrivare ad ignorarti in questo modo vuol dire che avrei peggiorato enormemente il mio carattere pur di farlo. E poi... come potrei davvero prendere in considerazione questo? Un'altra delle cose che mi sembra di essere l'unico stronzo sulla faccia della terra davvero a capirla.

5) Andare via, cambiare isola, emigrare ovunque in un altro pezzo di terra dimenticando inavvertitamente il mio telefono in qualche punto nell'universo distante da me e costringendomi a diventare indispobile.
non credo di essere serio, non avrei il coraggio per farlo, qualcuno mi accuserebbe di stare esagerando subordinando la mia esistenza all'interesse di una persona. È tutto nella mia testa, quelle accuse sarebbero vere eppure vorrei avere la forza di prendere delle misure così drastiche, voi vi chiedereste perché? Il motivo è sempre il solito, le cose devono essere importanti non perché lo siano davvero ma perché altrimenti vivremmo in un mondo decadente in cui io non voglio ritrovarmi e di cui io non voglio essere artefice. E quindi accusatemi pure di essere melodrammatico, la mia reazione sarà anche sommessa ma dentro di me non potete neanche immaginare la tempesta che state causando.

6) Della sei non possiamo parlare, ci sono barriere che non posso superare.

In definitiva a me sembra di non avere nessuna via di scampo che non mi spersonalizzi, dovrei davvero fottermene come fanno tutti ma sarà la mia condizione, sarà il mio carattere, è un comportamento che mi è precluso.
Quello che mi accade fa davvero male al mio spirito e alla mia anima, tu eri una delle persone che non avevo neanche preso in considerazione di scartare dalla mia vita quella volta e che ora sento di non poter più decidere.

Che devo fare? dimmelo tu.
Spero davvero che non ti stia divertendo a vedermi così preso, non è bello prendersi gioco di chi prova a fare meglio malgrado tutte le difficoltà incontrate solamente perché non ci interessa nulla dello stato delle cose e di vederle peggiorare.

lunedì, aprile 08, 2019

E mentre tutti gli altri dormono...


domenica, aprile 07, 2019

Io torno a dormire

e ogni sera mi esplode la testa e non riesco a dimostrarlo, perché, perché, ne ho già parlato.
L'atto di focalizzare i propri pensieri discrimina ogni altra tipologia di azione, posso pensare pienamente solo quando sono immobile, in silenzio, possibilmente ad occhi chiusi e quando perdo l'opportunità di ricordare dettagliatamente quello a cui ho pensato.
Solo pezzi di frasi, poche parole, rimangono impresse e non perché siano più importanti di altre ma perché in quel momento abbiamo rischiato di perdere il filo del discorso pur di pensare che quelle parole andavano ricordate, giusto per una frazione di secondo.
Nella precedente manciata di quarti d'ora (pochi perché pochi tanti perché tanti, non posso quantificare ma voglio dare l'idea di una dimensione), sono tantissimi i pensieri che mi hanno occupato.
La prima che voglio dire (forse l'ultima a cui ho pensato) è una metafora, la vita vista dietro gli occhi di un calciatore (c'è un motivo per cui ho voluto fare questo paragone, perché sentivo di voler essere capito da qualcuno).
Ci sono tante cose che ci sono indispensabili fare per sopravvivere, questo possiamo tradurlo nel dover rincorrere il pallone, per stare dietro alla palla ogni pensiero ci rallenta, abbiamo bisogno di utilizzare tutta la nostra abilità per poter afferrare il nostro obbiettivo e dato che siamo una macchina perfetta evitiamo di deconcentrarci.
Continuiamo a correre, le azioni diventano ripetitive, automatiche e accade, nei momenti più vuoti, nei momenti che possiamo gestire con più calma, che ci chiediamo perché dobbiamo rincorrere una palla. Come è distinta la parte che dobbiamo essere (l'istinto) da quella che voglia che sia, che ci determina? Perché vogliamo pensare di poter scegliere qualcosa del nostro destino, che abbiamo la possibilità di influire su quello che ci circonda, che senza voler scendere troppo a conclusioni affrettate, ci sia qualcosa di diverso nelle nostre azioni da quello che descrive la vita di uno schiavo o di un prigioniero.
E scegliere cosa fare aldilà di quello che dobbiamo fare ci mette davanti ad un problema, se vogliamo poter scegliere dobbiamo anche avere un motivo per aver scelto qualcosa. Perché scegliere implica discernere. Mentre inseguivamo la palla non dovevamo sapere perché, l'unica cosa che ci interessava era prenderla, adesso che vogliamo scegliere di fare qualcosa di diverso abbiamo bisogno di capire perché giusto un qualcosa.

Adesso c'è una nebulosa nella mia testa, qui finisce il punto dove la mia razionalità è riuscita a fare ordine, avrò(/ei) bisogno di un aiuto.
Nella semplicità di esplicare quanto richiestoci dalla forza maggiore non c'è un ordine delle cose (lasciato a noi), ma non ce ne accorgiamo perché in quel momento non ci interessa.
Cerchiamo quindi un ordine delle cose al di fuori della necessità e questo ci fa apparire l'ambiente come un trambusto di cose dalle quale estrarre quello che ci interessa.
E tutto questo adoperarsi sembra uno sforzo razionale, ma è difficile trovare i significati che ci occorrono nella razionalità, neanche questa volta vorrei correre a conclusioni troppo affrettate, non è un modo di dire il mio. Spesso non abbiamo nessun motivo più consistente del mero piacere nel discriminare un'azine in favore di un'altra, ma il piacere quanto è razionale? la mia definizione potrebbe essere che una cosa piacevole è qualcosa che migliora il nostro stato di benessere ma sarebbe solo il risultato di un mio artifizio nel dare un connotato positivo alla parola perché si sa, piace ciò che piace, non ciò che è bello (e questo è un altro eufemismo).
Tutto questo trambusto rimane indistricabile, non riusciamo a trarne un senso, l'unica attività che sembra trarsene fuori è quanto di più irrazionale ci sia, cioè l'amore. A prescindere da quello che accada il suo significato rimane costante e abbastanza chiaro da poter essere capito e raggiunto.
Sfuggire alla logica è il suo modo per rientrare nella logica, in un ordito dove non possiamo scrutare la trama quello che sia più giusto fare nel rispetto della nostra volontà è quasi indecidibile.
Cosa è una essere umano? ci sono tante caratteristiche oggettive con cui possiamo descrivere la nostra specie ma quello che ci rende "umani" è quanto di noi scenda in contrasto con le attitudini negative che ci caratterizzano, quindi in parte ci rende umani non essere umani .

Aprendo una piccola parentesi su un'altra cosa che ho pensato oramai qualche manciata di mezze ore fa (poco ma tanto, tanto ma poco), ieri una persona mi ha chiesto ospitalità su couchsurfing. In questi periodi sto lasciando andare tutto perché non sono dell'umore giusto per partecipare attivamente e con gioia a quanto mi accade (o mi faccio accadere), però questa persona era un cicloturista in viaggio e gli ho voluto rispondere e dargli la mia disponibilità perché pensavo ne avesse bisogno e ho messo da parte il mio stato negativo. Fatto è che non mi ha più risposto, siccome credere che sia morto mi sembra esagerato, devo pensare che abbia trovato un'altra sistemazione a lui più confacente. Ora, non è che io mi offendo a considerare questa ipotesi (in realtà questa cosa neanche mi tocca più di tanto, ho smesso da lungo tempo di preoccuparmi di non essere meglio degli altri a confronto) ma in qualche modo mi da fastidio pensare che si abbia avuto cura di esprimere i propri bisogni e che allo stesso tempo non si abbia avuto nessuna cura di considerare quelli degli altri, è un paradosso, è un controsenso, non si può desiderare qualcosa che non si offre a propria volta almeno fermandosi al pensiero.
Entrando nello specifico: chiedo ospitalità facendo appello all'altruismo, il mio appello viene considerato ma ho trovato già di meglio e quindi non mi importa più niente, che si fottano tutti compreso l'altruismo! bello schifo.
Compulsivamente controllo se le persone che chiedono ospitalità abbiano mai ospitato qualcuno a loro volta, lo so che non ha senso perché magari non sempre si ha la possibilità di ospitare gli altri, però spesso le persone che chiedono ospitalità hanno solo feedback da parte di ospitanti e nessuna dagli ospitati.
Ora a voler pensar male, bisogna davvero sfruttare così tanto la vita? persino ad approfittarsi delle buone intenzioni altrui? non è così facile scendere a compromessi con lo spirito di prevalsa della parte animalesca di noi e quando ci spingiamo con tanta fatica più in là anche in contrasto con il nostro istinto, ecco che arriva qualcuno che bastona il nostro tentativo di essere migliori senza nessuno scopo, approfittandone.
Questo mi manda letteralmente "in bestia" perché soffro l'idea di sentirmi egoista e sentirmici risparato dentro a forza dalla necessità è come sentire che non riuscirò mai a realizzare la parte nobile di me che vorrei perché non mi sarà mai concesso, come se le persone che ho attorno siano pronte a usare le loro energie nel tentativo di ostacolare la mia espressione, la mia crescita. È una rabbia indescrivibile quella che mi trasporta.
Ma vi siete chiesti io che motivo ho -razionale- ad ospitare gli altri? economicamente è sconveniente, perdo anche il mio tempo e le mie fatiche, mi metto a rischio di comportamenti scorretti e tutto questo per?... se non ci aggiungo l'amore per le persone tutto questo non ha alcun significato ed è irrazionale, per tornare alla razionalità devo aggiungere un significato irrazionale all'operato.


Bah, mi sono stufato di scrivere, pochissimi pensieri condensati in pochi (ma tanti) minuti, forse secondi e non riesco a riproporli ed esprimerli, richiamarli alla mia mente in centinaia di parole buttate su uno spazio vuoto per illudermi di avere un interlocutore. Che condizione misera, ho voglia di parlare, ho voglia di "parlarti" ma tutto quello che posso fare è lasciare andare.
Non è bene non rispettare i costumi, non è bene scomporsi, non è bene mostrare di non essere capaci di avere riguardo. Così non farò finta di essere compìto pur alimentando in me una rabbia inaudita, ma lascerò a voi l'immaginazione di cosa farei pur non facendolo perché tanto per beffa è tutto inutile.

venerdì, aprile 05, 2019

Cenere




Cenere - Marta sui tubi
[Strofa 1]
Odio sorprendermi
E stare a un passo dal bisogno
Di volere fare ancora un passo in più
Sei schiuma sulle onde
Dei pensieri che si affannano
Sulle rocce calde di quest'isola

[Ritornello]
Comprerei da te
Ogni sorta di magia
Ma se tu
Vendi solo fuoco
Brucerò sulla mia stessa cenere

[Strofa 2]
E come anelli intorno al nulla
Galleggiamo nell'inganno di un sorriso
Che ci schiaccia ma che non
C'incastra più
Cerchi concentrici se vuoi
Remavo contro i tuoi miracoli
Gettavo ombre sui miei limiti
E non ho più
Più pensato ai sogni che ora

[Ritornello]
Comprerei da te
Ogni sorta di magia
Ma se tu
Vendi solo fuoco
Pagherò con la mia stessa cenere



Resti di un estinzione
Odio non essere sicuro delle tue intenzioni
Odio sentire la paura di fare tutto quello che vorrei con te
Riempio in solitudine il mio tempo a pensarti e a dover lasciar andare il tuo pensiero

Farei qualsiasi cosa per condividere con te l'irrazionale
Ma se non senti lo stesso bisogno alla fine mi consumerò delle mie energie

Cerchiamo di suscitare la nostra approvazione a cui però abbiamo smesso di credere perché vuota a prescindere dai nostri sforzi.
Cercavo di riportare la tua attenzione su di me e dimenticare quello che non credevo di poter fare.
E così si sfata il mio desiderio.



Parla di un certo tipo di disponibilità assoluta, il mettersi nella condizione di dare tutto e, di contro, rendersi conto che non otterrai mai cosa hai bisogno.
– Giovanni Gulino, Rockit