Nella casa di vetro

domenica, settembre 22, 2019

the expression, something that concerns our faces or our spirit?


La beffa, solo la metà del mio messaggio è stato recapitato per la fretta e la foga del momento, anche se me lo ero ripromesso da tempo.
Come qualsiasi altra volta che si rispetti, qui appunto i miei pensieri, le mie cadenze, anche se oramai il processo e più che avviato e qui si accinge a scrivere solo un vecchio stremato.


uhm. ci ho ripensato.

domenica, settembre 15, 2019



Resist - Rush

I can learn to resist
Anything but temptation
I can learn to co-exist
With anything but pain
I can learn to compromise
Anything but my desires
I can learn to get along
With all the things I can’t explain

I can learn to resist
Anything but frustration
I can learn to persist
With anything but aiming low
I can learn to close my eyes
To anything but injustice
I can learn to get along
With all the things I don’t know

You can surrender
Without a prayer
But never really pray
Pray without surrender
You can fight
Without ever winning
But never ever win
Without a fight



Resisto

Posso imparare a resistere
A tutto tranne che alla tentazione
Posso imparare a coesistere
Con tutto tranne che con il dolore
Posso imparare ad avere compromessi
A tutto tranne che al mio desiderio
Posso imparare ad andare d'accordo
Con tutte le cose che non posso spiegare

Posso imparare a resistere
A tutto tranne che alla frustrazione
Posso imparare a persistere
Con tutto ma mirando basso
Posso imparare a chiudere i miei occhi
A tutto tranne che all'ingiustizia
Posso imparare ad andare d'accordo
Con tutte le cose che non conosco

Ci si può arrendere
senza una preghiera
Ma non pregare veramente
pregare senza arrendersi
Puoi combattere
senza mai vincere
Ma mai vincere
senza combattere


domenica, settembre 08, 2019

Lontani da noi

I nostri limiti non sono molto lontani dalla distanza che possiamo compiere con le nostre braccia, così abbiamo bisogno di spostare noi stessi per allontanare i nostri limiti.

martedì, settembre 03, 2019

Ed avanti con un'altra mitica soluzione, si devo disprezzare i miei tentativi per spingermi a valutarli con ardore.
Se non posso comportarmi come vorrei allora devo comportarmi come non vorrei, se non posso chiedere a nessuno come comportarmi perché nessuno è adatto (o degno di) a conoscere la risposta allora devo decidere da solo, riferendomi alla mia coscienza e poi controvertendola.
La prima cosa che voglio fare è comunicare con te, ma tu non vuoi. Ogni giorno penso a cosa dirti, cosa scriverti, ma non vuoi............................
No è tutto sbagliato, non ha mai funzionato, evidentemente siamo tutte persone diverse ma come, come dovrei fare per una volta evitare l'inevitabile?

lunedì, settembre 02, 2019

L'odio contro l'amore che avrei voluto darti


Immagino il momento in cui mi ricontatterai, anche e questo momento non avverrà mai.
E mi chiederai come sto.




Non riesco a trovare le parole per esprimere le mie sensazioni.
Perché la realtà supera la durezza di un amore non condiviso, è qualcosa di più convulso.
Io voglio comunicare con te ma aldilà delle mie aspettative non corrisposte, c'è l'evidenza di tutte le volte che hai ignorato quello che dicevo.
E anche se per assurdo posso capire anche questo mettendomi nei tuoi panni, quelli di chi si sente desiderato da qualcuno che non desidera e cerca di evitarne gli epiloghi, non riesco a capire la cattiveria.
Perché non è stata solo una negazione questa volta, la risposta è stata quella di qualcuno che voleva offendermi, che voleva farmi del male.
E fondamentalmente non me ne fotte un cazzo di pensare che io non vada offeso per qualcosa di direttamente relazionato alla mia identità, non è perché sono io che questo non va fatto (l'attenzione dedicata a me nello specifico è semmai una cosa propria da affidare ad ogni singola coscienza separatamente).
Non c'è nessuna rivendicazione di orgoglio, anzi è una cosa che detesto, è proprio l'orgoglio che ci fa agire sprezzanti dei sentimenti altrui e io non voglio adottare lo stesso comportamento di cui sono vittima.
No, il problema è che alla fine hai voluto colpirmi, come se io avessi mai agito per farti del male.

E cosa succederà quando e se mi ricontatterai per chiedermi come sto? Sarai mossa da compassione o sarai mossa dalla pietà? negando e ignorando quello che io faccio neghi i miei tentativi di essere umano. Perché noi siamo animali e l'umanità è solo un ideale, il più alto ideale che abbiamo e irraggiungibile perché irrealizzabile, eppure ci serve credere che ci sia qualcosa di più della carne di cui siamo composti per poter dare un senso alla nostra vita.

E quando mi chiederai come sto, cosa dovrei risponderti? io ti risponderei "bene, fintanto che mi chiedete di me", ma questo me stesso lo avete seppellito, nella vostra volgarità.
Allora dovrei dirti perché sono triste, ma aspetta... tu non vuoi leggere quello che mi caratterizza, l'hai già schifato, allora probabilmente mi ascolteresti per essere coerente (con le tue fottute contraddizioni) e quindi mi ascolteresti fintanto che questo corrisponde all'immagine di te misericordiosa, ammiccando e annuendo e cercando di non sbadigliare.
Allora dovrei risponderti con odio, certo e ti darei quello che hai sempre voluto, un pretesto per giustificare l'avermi trattato come uno stronzo, ignorando tutto il resto che ha scatenato la rabbia e vedere solo in quest'ultima la causa di tutto quello che si è fatto in precedenza, il vostro infallibile sesto senso che in fondo vi fa procurare ad arte le cause delle vostre diagnosi.
E poi per me è un controsenso, se ti amo non voglio trattarti male e questo tu lo sai, mi sforzo per essere migliore di chi sono, e cioè solo un animale, essere umano è qualcosa di più di me e quindi richiede il mio impegno, che io mi proferisca a questo intento.

Allora dato che desidero l'interazione, dato che non posso trattarti bene, dato che non posso trattarti male, allora dovrò optare per la via di mezzo e chiederti perché mi chiedi come sto se non ti interessa.
Vedi, alla fine è schifoso, è l'orgoglio, quello probabilmente ti muoverebbe, non provare a capire se davvero ti voglio bene e se potresti volermene e neanche uno strano e indefesso sentimento di giustizia, no, solamente l'orgoglio.
Perché io ti starei dicendo che menti e tu, pur potendo obbiettarlo, non potresti negare che ci siano gli elementi per affermarlo.  E allora non potresti dire "è vero non me ne frega niente" perché contraddiresti l'ultima tua accertazione e non potresti dire "invece mi importa" dato che contraddiresti i tuoi precedenti rifiuti.
E vaffanculo te la do io la soluzione, non vorresti dover interpretare il tuo ruolo, in un certo senso vorresti che te ne importasse di me ma non puoi concedertelo perché non è così che si fanno le cose, non ci si ferma un momento a respirare e a riflettere ma bisogna per forza essere soggetti a quel senso senso che chiamiamo istinto ma che non è altro che la realizzazione inconscia della nostra strafottenza.
E sai un'altra cosa? quando dico "TI AMO" ad una persona io cerco di comunicare il significato che per me c'è dietro quelle parole, e non è un significato oggettivo, è il mio significato, per cui se persone hanno usato e abusato di queste parole dandogli un altro significato non vedo perché questo dovrebbe delegittimare me dall'usarle. Oppure devo diventare un linguista per cercare un termine più appropriato o per lo meno un sinonimo di quello che provo? che fine inutile mi vorreste far fare?

Io sto cercando disperatamente di essere umano perché so che solo in un posto dove le persone ambiscono a questo ideale potrei vivere felice e allora devo cercare di descrivere io stesso questa attitudine, cercare con le mie azioni di riconoscermi tale per quanto illusorio. Così invece mi fai (e mi fate) sentire come se tutti i miei tentativi siano i ridicoli insuccessi di una replica che per sua natura non può farcela.

Tutto questo odio, la vita è uno schifo e le persone hanno paura di significare qualcosa di più e nascondono le loro mancanze dietro una presunta inutilità delle azioni, ma si dimenticano che tutto è inutile perché alla fine moriremo e quindi dover per forza trovare una spiegazione alla benevolenza è una cosa stupida.

La cosa che mi fa più male è sapere che dovrò odiarti per reagire a tutto questo, che tu meriti o meno questo odio non è importante, perché odiarti è già in se un grosso sbaglio, contro di me e contro l'umanità, contro i significati che ho voluto darti.
Questo vorrei veramente dirtelo dopo tutto quello che è successo, ma sapere che non lo accetterai è il blocco attraverso cui non posso passare, posso solo scuotermi a ridosso delle sue barriere.