Nella casa di vetro

lunedì, marzo 30, 2020

Confusione

The reason why I leave the rest of the message in Italian is because I know you will never want to get to a certain deepness discussion level enough to risk creating a tuning of our thoughts.
But what we ignore also continues to exist, contrary to what our cognition would like,
in dispassionate existence to its misfortune.
So I write in a way that what is not seen appears anyway but can never be "accidentally" ignored.
You can't decide not to read it even if you understand it, you can only choose not to read it because you dont understand it or make an extra effort that will inexorably describe your active attention.

Ok sono un po' confuso, ero andato a dormire ma come al solito niente da fare.
Forse ho capito perché scrivo, fondamentalmente parlare solo con se stessi è inutile, perché so già quello che andrò a dire.
E però lo faccio lo stesso, quindi quale necessità vado a soddisfare?
Forse il problema è che non riesco a trattare gli stessi argomenti con le altre persone, perché?
Forse perché ho paura delle risposte, o meglio per sentimento spiacevole che le domande o l'argomento della discussione andrebbero a creare nell'altro interlocutore, così da rendere le risposte e soprattutto ipotetiche future risposte indisposte indisponibili.
E quindi le discussioni con le altre persone si fermano ad un livello superficiale che non mi soddisfa e lascia le questioni aperte, così sento comunque bisogno di parlare ma non posso farlo con gli altri e allora mi rivolgo ad un me stesso seppure inconcludente.
Ti chiedo, perché le mie parole devono essere speciali? Non potresti concedermi il conforto della naturalezza? Non potrebbe bastarti sapere che provo ad essere spontaneo, a comunicare quello che intimamente sento in me stesso?
Perché c'è questa confusione in me che non mi permette di avere un dialogo fra di noi che sia sincero e che esaudisca il nostro desiderio di conoscenza e invece devo lasciare tutto come se mi stessi ponendo delle domande su un personaggio di un libro che adoro ma che non è reale e che quindi non potrà mai dirmi niente di diverso da quello che è già stato scritto e per cui è stato preposto?
Eppure io lo so che sei reale, lo stato di sconforto  o forse proprio malessere che mi genera questa discrepanza non riesco a descriverlo.