Nella casa di vetro

sabato, febbraio 20, 2021

Il punto di non ritorno

 Non ha più senso essere ragionevole con te Iris. Più cerco di essere ragionevole (cioè usare esplicitamente la ragione per mostrare le mie posizioni), più ottengo rifiuti (leggasi spazzatura).

Adesso è arrivato il momento di abbandonare le maschere e smettere di nascondere le nostre bassezze e le nefandezze, smettere di agire in modo subdolo nascondendo il significato delle nostre azioni e pretendendo che uno debba capire cosa significano solo postume quando possono essere speculate a piacere invece che essere oggetto del divenire contemporaneo.

Vuoi tu agire nella direzione comune cercando di preservare la nostra unione oppure stai facendo di tutto per essere rinfrancata dalla nostra disgiunzione in modo che il tuo operato risulti ineccepibile?
Stai difendendo noi o la tua reputazione?
Stai difendendo la tua inattaccabilità, la tua integrità?
Vuoi amarmi oppure vuoi odiarmi con la scusa dell'individualismo?

Fallo una volta e smettila di scappare, perché questo è disonorevole, soprattutto per chi ha sempre professato come te di perseguire scopi nobili e onestà.

Se pensi che io ti stia mettendo alle strette costringendoti a rispondere no, è quello che sto facendo.
Devi sentire la gravità delle tue azioni e della mancanza del tuo intervento, devi sentire che puoi perdermi e smettere di sputare addosso alla mia presenza solamente perché ti appare dovuta grazie alle mie infinite dichiarazioni di amore. Devi smetterla di pensare che tutto ti è dato e devi sentire l'importanza di quello che ti viene donato con sacrificio.
Devi sentire quello che stai perdendo e avere paura di perderlo.

Tempo fa mi hai detto che tu non volevi stare con una persona che affronta così le sue responsabilità.
Io non ero mai stato così severo nei tuoi confronti, ma tu Iris, hai minato le mie sicurezze sparendo ogni volta nel momento del bisogno e riapparendo dopo intangibile come un ologramma riempiendoti la bocca di scuse che ti impedivano di essere quello che saresti dovuta essere nello spirito di chi ama.

Adesso, mi ami oppure no? Se la risposta è no lasciami al mio destino, io ho bisogno di avere persone vicino di cui fidarmi e che mi lasciano libero di esprimere il mio amore per loro. Non ho bisogno di persone che hanno paura di dedicarsi, che sentono il bisogno di misurare gli altri con un metro di accettazione sociale, che sono cieche agli atti di amore e non li riconoscono.

La mia vita è spuria, gonfia, inquinata da persone che fanno della loro incompiutezza un vessillo, narcisisti cronici, immancabili superbi privi di umiltà, rei di codardia, ignavia, apatia.
Basta, io sono una persona semplice, io espongo le mie passioni, i miei difetti, le mie speranze, le mie fragilità e cerco persone umane che vogliono fare un percorso insieme a me per sorreggersi a vicenda e sentirsi difesi e emotivamente insostituibili. Ho bisogno di persone sensibili che piangono quando sono infelici e che cercano aiuto e offrono la loro esistenza in cambio.

IO HO BISOGNO DI AMORE.

e se la tua risposta è sì, allora togliti questi queste spoglie e agisci dritta al punto, esponiti al rischio di sbagliare e al giudizio degli altri senza temere che io sia qui solo per approfittarmi di te e con la paura che userò i tuoi punti deboli per farti del male. Smettila perché questa non è la realtà, se tu hai solo paura di essere danneggiata sappi che io ho anche paura che qualcosa voglia danneggiarti, non solo le conseguenze ma sono anche le cause che mi preoccupano. Smettila di ferirmi senza alcuna ragione, perché il mio dispiacere non è un gioco e io ne pago le conseguenze. Smettila di pensare che non vorrei prendermi cura di te e fidati perché altrimenti non ci sarà mai nessuna speranza.
E realizza che io sono qui ora e adesso e che sto venendo a mancare perché sono senza un appoggio morale e che tutti gli altri problemi potrò affrontarli quando sarà il mio cuore ad essere sanato e non il resto. Io respiro mangio, bevo, mi muovo perché sono vivo, ma non sono vivo per questo.

lunedì, febbraio 15, 2021

Jamais vu

Sai Iris, tu vorresti che io ti dimostrassi di poter vivere senza di te, le infinite richieste di silenzio, di distacco, non sono nient'altro che la richiesta di autonomia (anche se mi viene da scrivere rivendicazione). E io mi sento male quando penso che dovrei dimostrartelo ma non ci riesco e allora non faccio altro che peggiorare il mio aspetto di fronte a te. Il fatto Iris, te lo devo confessare, quello che ho sempre sognato dall'amore è sempre stato qualcosa in grado di farmi dimenticare di me, del mio egoismo, perché ho sempre pensato che non ci potesse essere gioia più grande che quella che si prova insieme a qualcuno per la felicità comune. Io non sono felice per me, ma sono felice per te e tu sei felice per la mia felicità in un circolo virtuoso senza fine. E questa è la ragione per cui vado così a terra quando le cose non funzionano, in realtà voglio soffrire perché sennò non sarei degno di ricevere quell'amore che voglio meritare. E sono triste che tu sappia essere così giustamente pragmatica in questi casi, ti fa onore sapere essere così valente ma io vorrei comunque potermi disgregare nella tristezza, non per ingratitudine ma vorrei essere pronto a perdere tutto quando viene a mancare la cosa a cui davo più importanza di tutte. E quando tu annaspi per farmi reagire a questa situazione Iris, nel mentre io vorrei essere incapace di farlo, "ho paura di riuscirci", io non voglio reagire a qualcosa che reputo andare contro i significati che vorrei onorare nella mia vita, non vorrei avere la forza di respirare ancora. Per questo Iris il mio comportamento ti sembra così inspiegabile, anche se ho le forze per farcela Iris, io non ti voglio sopravvivere, vorrei usare le mie ultime energie per terminare questa questione che per me non è vita ma rappresenta la morte. Scusa per questo messaggio, lo so che non è positivo, ma sento che devo giustificare perché sono così strano, perché ti sembro così fastidioso, perché sembro attaccato a cose insondabili. E in fondo non me ne frega niente di essere utile, io non sono nato per questo, ed è l'unica cosa che mi da una ragione vera di vivere, che ci sia qualcosa di più importante di chi sono, il fatto che voglio esserci. Ora sai perché sono così abbattuto.

 

https://trollallero.blogspot.com/search?q=psalm%2F

mercoledì, febbraio 10, 2021

è tutto sprecato...

... per le ragioni per cui viviamo, senza dover aggiungere altro.




martedì, febbraio 09, 2021

la mia vita è terribile

 


 

Ho impostato la sveglia per le nove e mezzo di domani mattina e sono andato a dormire alle 21, e sono già sveglio... perché ci si chiederebbe?

Solo rimanendo nell'immediato presente, la persona che amavo mi ha lasciato e ora sta disperatamente cercando un modo carino di farmi prendere la cosa che io sia diventato un errore vivente ai suoi occhi.

Mi ha lasciato in concomitanza con la mia seconda operazione alla gamba che è il risultato di anni di negligenza dei medici (che mi dicevano che io non avevo niente se non problemi psicosomatici) culminando con la prima operazione che mi ha portato all'artrosi, la negligenza del primo chirurgo nel non farmi una visita di controllo per vedere l'esito della sua operazione invece di dirmi che era normale che mi facesse male mi ha portato a non poter lavorare, e poi a lavorare con l'artrosi alla gamba facendo il corriere in bici come lavoro nella speranza di poter migliorare un problema che non era muscolare... tutto questo durante una pandemia con delle aziende che in un modo o nell'altro mi hanno creato dei problemi.

Ma prima di aver la seconda operazione ho dovuto cambiare tre case nel bel mezzo della pandemia. La prima perché avevo un coinquilino che due per tre mi metteva le mani addosso e che spacciava, la seconda perché le persone che avevano detto di volermi avere in casa volevano che pagassi un secondo affitto in più per le spese di cibo comune e pretendevano che io vivessi come un reietto in casa (anche se la casa era una famiglia) e la successiva perché la persona era talmente dispotica che ogni giorno trovava un pretesto per offendermi e trattarmi male anche mentendo pur di avere ragione.

Nel frattempo ho cambiato casa un'altra volta anche se era il momento più buio della mia vita, quella ragazza mi aveva ridato uno scopo per vivere, ma lei ha cominciato ogni giorno a deteriorare il nostro rapporto in preda a delle aspettative che la rendevano continuamente nervosa e incapace di non portare ogni cosa a critiche sprezzanti e litigi. Mi ha mollato sempre in circostanze in cui davvero non si poteva più affermare di poter avere speranze di fiducia nei suoi confronti ma per questioni dello stesso orgoglio che non le permetteva di essere ragionevole ha mantenuto i contatti perché non poteva accettare probabilmente il rimorso di vedermi distrutto da tutte le cose che mi sono capitate, in fondo ci amavamo e c'è lo eravamo detti...

In più dopo tutto questo il proprietario dell'ultima casa ha deciso di sfrattarmi, ho pagato sempre tutto in tempo, ho sopportato che mi rubasse i soldi delle tasse che pagavo doppie perché erano incluse le tasse per il riscaldamento che però lui teneva spento e nel frattempo mi ricattava dicendo che dovevo tenere tutti i giorni il riscaldamento acceso a mie spese (90 euro di elettricità al mese) controllando la temperatura in casa con dei termometri wireless nascosti in casa. Io non mi opponevo perché sapevo che sennò mi avrebbe cacciato durante la convalescenza e avrei dovuto cercare casa in un mese e trasferirmi, cosa impossibile quando puoi camminare solo con le stampelle, lui poteva farlo perché la sua condizione affittuaria ricade nell'unica eccezione dove è possibile sfrattare in tronco in un mese, in tutte le altre si è normalmente protetti per tre anni. E io resistevo alle angherie di una casa umida piena di muffa alle pareti perché sapevo di dovermi riprendere ma lui mi ha sfrattato lo stesso da un giorno all'altro dicendomi che ha venduto casa per negare la possibilità di chiedere qualche mese in più pur non volendomi dare il contatto del nuovo acquirente...

Se si potrebbe pensare che questa sia una tragedia allora devo ancora aggiungere quello che è successo in questi giorni.

Oggi avevo un appuntamento con un associazione per senzatetto che mi avevano detto che il massimo aiuto che potevano darmi era aiutarmi nella ricerca della casa, ma questa mattina me l'hanno negato. Non sono buono neanche come senzatetto. Poi sono andato a dare una copia del certificato medico al mio datore di lavoro, una copia perché glielo avevo già dato ma devono averlo perso perché dicevano di non averlo. Poi sono stato dall'avvocato che seraficamente mi ha detto che anche se ho ragione perché il padrone di casa non poteva estorcermi il denaro delle tasse e costringermi anche a pagare il riscaldamento a mie spese, io non mi sono lamentato (e in realtà l'ho fatto ma mi è stato sconsigliato proprio per il rischio di essere sfrattato in un mese), e inoltre non posso fare niente fino a quando entro 15 giorno dallo sfratto lui non mi ha ridato la cauzione. Ma nel frattempo senza soldi dovrei pagare la cauzione di un'altra ipotetica casa... E mi ha detto che se provo a dimostrarlo alla corte difficilmente potrebbe essere accettato anche se ho le prove e le affermazioni inconfutabili scritte del padrone di casa, ma che anzi rischierei di dover pagare tutte le spese della macchina giudiziaria, anche se ho ragione...

E nel frattempo che cerco di assecondare la mia ex-consorte che per mettersi la coscienza in pace vuole aiutarmi a trovare un aiuto psicologico perché "mi vede senza energie". Bene il dottore cui siamo andati insieme non mi risponde più, proprio come fanno i bambini, non è neanche capace a prendere il telefono e dirmi di non volermi avere in terapia, semplicemente non risponde e non richiama. 

E se vi dicessi che le cose coinvolte sono ancora di più ma non c'è la faccio neanche più a elencarle? Se vi dicessi che scrivo perché non ho nessuno a cui chiedere aiuto e non so più cosa fare? Se vi dicessi che penso che l'unica soluzione che possa darmi un po' di giustizia nel senso di fare aprire gli occhi per qualche attimo alle persone intorno che mi trattano come se fossi una persona capricciosa sarebbe quella di uccidermi dentro questa casa? Quando mi verranno riconosciuti i miei problemi e mi verrà restituito un po' di aiuto per affrontarli invece che trattarmi come se fossi io il problema e lasciarmi senza nessuna speranza?

Che alternativa ho oltre a terminare la mia vita? L'unica cosa che mi tiene alla larga da questo è la paura di farlo ma io sono al limite, non c'è più nessuna ragione logica per rimanere in vita, solo la paura di morire.

Spero vivamente di trovare il coraggio dato che un miracolo che mi salvi adesso non ce proprio più, è solo una lenta agonia aspettando che mi buttino in mezzo ad una strada, anche se ho sempre cercato di fare tutto il possibile per non avere ne creare problemi agli altri. Adesso devo solo morire.


E scrivo nella speranza che, quando sarò finalmente morto, se mi va bene prima che gli altri mi abbiano ridotto ad un guscio vuoto, qualcuno proverà a scavare per capire come mai una persona che offriva ancora qualche sorriso e comprensione avesse deciso di togliersi la vita. E forse scoprirà che la mia vita era impossibile, anche se io tentavo ancora di rimanere in piedi. E poi dovrà farsene una ragione e continuare la sua triste esistenza forse avendo capito, osservandosi, che una vita senza problemi è impossibile da realizzare ma che, osservandomi, una vita senza affetto e compassione è impossibile da vivere.

 

mercoledì, febbraio 03, 2021

la realtà



Un mondo dove non possiamo intervenire, anche se reale, per noi* non è affatto differente da un illusione.

E solo adesso io mi spiego perché istintivamente mi rifiuto di essere parte di alcune decisioni che mi escludono dal computo finale, perché non voglio essere escluso dall'intervento che mi relegherebbe ad un mondo illusorio.

Non devo agire perché è importante che la mia voce si faccia sentire, devo agire perché io stesso possa sentire la mia voce.

*per la nostra percezione e per come la nostra intelligenza funziona

sono triste iris

Perché mi stai aiutando a trovare delle cure che secondo te mi sono necessarie e invece non mi stai aiutando a trovare casa?

Mi hai detto che se non trovo posso venire a stare da te ma è fuori discussione che io possa vivere tranquillamente da te perché tu mi vedresti come un parassita e io non avrei neanche la forza di respirare fintanto che sentissi repulso dall'ambiente invece che accolto.

Tu questo lo sai perché a te basterebbe poco per rimuovere almeno quel malessere dipeso dal nostro triste rapporto, ma non funziona così, seingentile solo quando le cose vanno nel verso che vuoi tu, altrimenti l'opzione è solo perderti sempre di più.

Vorrei chiederti alla prossima domanda "si" o "no" che mi poni cosa succedesse se ti rispondessi "no", ma penso di sapere la risposta: "non lo faccio più". Quindi non ho scelta se ti voglio bene devo lasciarti assestarmi il colpo di grazia e sparire.

Mi hai messo nella condizione di non capire più nulla tali erano le tue contraddizioni e poi per amore lasciavo correre e adesso non ti posso più fermare.

Se ti dico ok mi abbandoni da un dottore perché devo fare questo percorso da solo e forse un giorno..., se ti dico di no mi abbandoni prima perché non collaboro, se provo a parlarti allora "non lo fai più" è scoppi a piangere perché non ti evito di ascoltarmi.

Porco dio.

Ti chiedo di essere presente e mi dici di no, dici che tu farai qualcosa per te da sola, ma che hai bisogno di meno, che non sei nella mia situazione e io non ti credo. Il tuo scopo è la vendetta, che sia esplicita o implicita, la mia sofferenza tu fa stare meglio.

Non riesci a capire che mi hai portato alla disperazione, non ti importa, tu vuoi mantenere le tue regole ferree, dettate solo da te.

Io non ho la forza di reagire e quindi sono diventato una vittima, mi basterebbe un po' di amore invece di tutta questa impassibilità. No...


lunedì, febbraio 01, 2021

baby doctor

 


 

Flavio, sei ancora una volta solo con te stesso.
Un altra volta questo è il solo spazio che ti rimane per parlare liberamente, senza essere scacciato o biasimato, ma anche se qui puoi parlare, comunque non sei ascoltato. E anche questa condizione è meno peggio di non poter neanche parlare.

Voglio scrivede delle giustificazioni che non conosco per non so quali azioni andrò a fare, e dannatamente quando non sto scrivendo ho le idee piu chiare di quando scrivo.

La mia vita è stata un disastro, non sono stato abbastanza forte di farmi carico di tutti i problemi che ho avuto, le persone che mi erano vicine non mi hanno realmente aiutato  (ma questo è parte della cultura odierna, non posso lamentarmene) e io ho rifiutato l'assistenza di persone che non mi mostravano la loro benevolenza, questo perchè mi è già successo troppe volte di essere tradito.

Tu vuoi che io accetti il tuo aiuto, e oggettivamente riesco a dire a me stesso che questo aiuto potrebbe servirmi dato che riconosco la mia situazione di malessere esistere da diversi anni.
Ma allo stesso tempo sento che le tue motivazioni non sono così limpide.
Il mio malessere dipende in questo momento soprattutto da come quello che c'è stato fra noi sia andato distrutto e tu lo sai benissimo perché non solo te l'ho detto ma hai osservato come incassavo male quando litigavamo.
Adesso senti questo bisogno fortissimo di aiutarmi ma allo stesso tempo tutto il resto lo chiudi indissolubilmente facendo delle generiche promesse che forse un giorno le cose torneranno apposto.
Io sento che devo accettare perché ne ho bisogno ma allo stesso tempo dentro di me mi sento fortemente urtato, perché mi sembra che vuoi buttarmi via come un cencio vecchio, e sento che questa cosa dell'aiuto è come una scusa per potermi mollare definitivamente senza nessun rimorso.

Se è l'amore che ti spinge a comportarti così io vorrei vederlo nel tuo atteggiamento di quando interagiamo normalmente, ma questo non lo vedo, c'è sempre una fredda risoluteza e una cruda determinazione a non volermi ascoltare e a non condividere le tue motivazioni.
Ma non saremmo mai neanche arrivati a tutto questo, come puoi accettare la mia presenza solo per eseguire quello che tu reputi giusto e annichilire tutto il resto?
Vedo commuoverti solo quando cerchi in tutti i modi di farmi stare zitto e io continuo a parlare, io mi commuovevo quando non sapevo piú cosa dire per trovare un punto di incontro, della comprensione fra di noi.
E le cose sono andate peggiorando.

Io non ce la faccio, non voglio più essere nessuno in mezzo alla moltitudine, se devo essere nessuno voglio esserlo come l'ultimo uomo sulla terra. Non ce la faccio più a sopportare l'indifferenza. E adesso è così che mi sento, come un oggetto, un problema increscioso di cui sbarazzarsi nel modo più indolore possibile.

Non ho la forza di scacciarti da me, ma comportarmi come un essere umano non è servito a farmi trattare come tale, ad avere un po' di empatia. Perché bisogna portare le persone alla miseria perché agiscano con un po' di cura? Perché devo maltrattarti perché sia stimolata la coscienza in te? Perché devo causare un trauma per spingerti a riflettere in un ottica di unione e non di separazione? perché bisogna sottomettere una persona per farla tornare umile e desiderosa di trovare un punto di incontro e non uno di discordia?
Non voglio che nessuno tratti da miserabile gli altri.

Perché non ho le forze di reagire? è quello che devo fare perché tu mi veda diversamente, adesso vedi solamente quello che vuoi vedere, giusto o sbagliato che sia, ma non ascolti le mie parole.

O forse le ascolti ma non le vuoi capirle in nessun modo.

Dovrei dirti di andare via, chiudere tutti i contatti, risolvere i miei problemi e ignorarti tutte le volte che ci dovessimo incontrare per farti capire che c'è una realtà che ignori. L'unico modo di farti capire che la ignori non è continuare a cercare di mostrartela ma è privartene e comportarsi come se ti nascondessi qualcosa così che tu cominci a chiederti di che cosa si tratta.
Questo ovviamente nel migliore dei casi perché l'ignoranza è sempre in agguato.

È così triste, io non posso farlo e non voglio farlo.
Ma se mi stai trattando così che alternative ho?
L'autodistruzione oppure la distruzione di quello che ho attorno accettando poi di dover vivere in un ambiente distrutto da me invece che semplicemente in un ambiente invivibile che non sono riuscito a bonificare.

Come può questa situazione non crearmi problemi? come possono questi problemi non turbarmi? come si può pretendere che non sia normale che io mostri malessere? sarei normale se invece di starci male non sarei toccato in nessun modo continuando la mia vita in modo normale?
Mi sembra che sia questa la vostra soluzione, perché sono io che sto andando in cura, non è la situazione che deve essere curata ma sono io, quindi sono io che sono il male e non la situazione che si è andata a creare.
Una operazione di trasporto impeccabile.

Se solo fossi più umile...
se solo le tue risposte non fossero così lapidarie...
se solo ti vedessi capace di mettere a nudo te stessa...
sarei felice di fare qualcosa di buono per noi, ma niente riesce ancora a dissuadermi dall'idea che quello che tu vuoi descrivere come aiuto sia mosso solo da odio.
E per me non è lo stesso.

Ho dovuto cominciare con le accuse nei tuoi confronti perché non ce la facevo più a sopportare le tue chiedendoti scusa e dicendoti che avrei rimediato, vedendo che poi continuavi a recriminarmi. Non ti bastava vedermi dispiaciuto, non ti bastava che cercassi di trovare una soluzione.

Forse tu non odi me, ma odi quello che io per te rappresento.
E io forse non amo te ma amo quello che tu rappresenti per me.

Entrambi i casi sono ingiusti, ma la direzione che abbiamo intrapreso non è di certo la mia.

Devo rifiutare qualcosa che potrebbe servirmi per evitare almeno di essere visto come qualcosa di non umano. Devo rifiutare la vostra pietà perché smettiate di pensare che la pietà é il regalo che potete farmi e di cui io dovrei esservi grati.
Non voglio essere aiutato, voglio che gli aiuti siano diretti versi di noi e che io sia visto come un partecipante e non come il destinatario di questi aiuti, altrimenti prendetevi un cane e ridatemi la mia dignità.